LECCE — Un gol di Raspadori su punizione e poi la difesa a oltranza, che ha permesso al Napoli di battere di misura il Lecce (1-0), conquistare la quarta vittoria di fila in campionato e fare un passo quasi decisivo verso lo scudetto. Massimo risultato con il minimo sforzo. Ma il cinismo è stato sempre un’arma decisiva per le squadre di Antonio Conte e gli azzurri hanno eseguito con grande umiltà e abnegazione gli ordini del loro allenatore, portandosi a casa tre punti in una sfida ad alta tensione.
«La cronaca della gara»
Insulti a Conte, caos nel settore dei tifosi del Napoli e fumogeni in campo
La grande commozione per il ricordo del fisioterapista Graziano Fiorita ha unito prima del fischio d’inizio le due tifoserie, senza peraltro spazzare via nemmeno in parte i veleni che avevano caratterizzato il conto alla rovescia della sfida al via del Mare. Tanti insulti per il ritorno a casa da avversario del loro concittadino Antonio Conte da parte dei tifosi del Lecce, caos all’esterno del settore Ospiti per il tentativo di molti sostenitori azzurri di entrare allo stadio senza biglietto. L’atmosfera si è rasserenata soltanto per un attimo quando i giocatori delle due squadre si sono riuniti in un cerchio per il minuto di silenzio davanti alla panchina giallorossa, dove il Napoli ha deposto un mazzo di fiori. Ma la tensione è rimasta alta e l’avvio della sfida è stato caotico, in campo e fuori. Cento secondi e Lukaku ha trovato subito il gol su assist di Politano: guizzo annullato però dal Var per un millimetrico fuorigioco. Poi dalla curva degli ultrà di casa è cominciato un fitto lancio di petardi, che ha costretto l’arbitro Massa a una lunga interruzione del gioco di oltre sei minuti, necessari anche per riparare una delle due reti danneggiate. Violenta la contestazione nei confronti della Lega Calcio, accusata di avere rinviato per lutto la settimana scorsa solo di 48 ore la partita tra la squadra di Giampaolo e l’Atalanta, a Bergamo.
La punizione di Raspadori che avvicina il Napoli allo scudetto
Delle forti tensioni hanno giocoforza risentito anche i giocatori in campo, che alla ripresa hanno impiegato un po’ a rimettersi in moto e soni apparsi condizionati pure dal brusco aumento delle temperature. Ma il Napoli ha trovato il modo lo stesso per impadronirsi dell’iniziativa e ha costretto così sulla difensiva gli avversari, rendendosi pericoloso soprattutto con le percussioni centrali di McTominay e Raspadori. Ed è stato proprio l’attaccante della Nazionale ad imprimere la svolta alla partita: prima procurandosi un calcio di punizione dal limite e poi battendolo con forza e precisione, senza lasciare scampo sul suo angolo al portiere Falcone (24′). Comprensibile l’esplosione di gioia della panchina azzurra, mentre lo svantaggio ha trasformato in energia la disperazione del Lecce, che nelle fasi finali del primo tempo ha spinto di più e ha creato a sua volta un pericolo per la porta di Meret: colpo di testa di Gaspar su calcio d’angolo e pallone respinto dalla traversa (37′). Il brivido ha scosso però la capolista e in contropiede ancora Raspadori ha sfiorato il raddoppio (44′): diagonale a lato di poco e molti dubbi per l’intervento di Gaspar sulle gambe del jolly offensivo di Conte, toccato duro con un intervento che non ha indotto tuttavia Massa a fischiare il rigore. Il direttore di gara ha concesso invece un recupero extra large (Var e cooling break compreso) e ha rimandato finalmente le due squadre negli spogliatoi dopo quasi un’ora di estenuante braccio di ferro.
Lecce generoso ma poco concludente
L’importanza della posta in palio era enorme da entrambe le parti e alle tensioni fuori dal campo si sono aggiunte pure quelle dei giocatori, che hanno messo da parte lo spettacolo per darsi battaglia su ogni pallone. Giampaolo ha provato a scuotere il Lecce con i cambi e proprio il nuovo entrato Helgason (7′) ha impegnato dalla distanza Meret. Conte ha invece perso per un infortunio Lobotka e lo ha sostituito con Gilmour, chiedendo al Napoli di proteggere il vantaggio con il possesso palla e affidandosi appena possibile alle ripartenze. Ma è stato ancora Helgason (22′) a spaventare Meret su calcio di punizione, con gli azzurri che con il trascorrere dei minuti hanno puntato sempre di più sulla difesa a oltranza, a tratti soffertissima ed esasperata dalla staffetta tra Raspadori e Billing. L’unico tiro di alleggerimento nel finale è stato di Politano, più che altro per allentare l’assedio all’area di Meret. Solamente negli ultimi minuti la gara è tornata in equilibrio, con Simeone e Ngonge che hanno aiutato i compagni a risalire un po’ il campo. Il miglior reparto di Europa (imbattuto per la quarta partita consecutiva) ha retto e per questo è bastato il gol di Raspadori a fare la differenza. Vittoria pesantissima, per Di Lorenzo e compagni. Lo scudetto è sempre più vicino.
Il tabellino di Lecce-Napoli
24′ pt Raspadori
Lecce (4-2-3-1): Falcone 5.5 – Guilbert 6 (18′ st Veiga 6), Gaspar 6, Baschirotto 6.5, Gallo 5.5 – Kaba 6 (1′ st Helgason 6.5), Pierret 6 (20′ st Berisha 6) – Pierotti 6 (39′ st N’dri sv), Coulibaly 6.5, Karlsson 5 (1′ st Tete Morente 6) – Krstovic 5.5. All. Giampaolo 6.
Napoli (4-2-3-1): Meret 6.5 – Di Lorenzo 6.5, Rrahmani 7, Olivera 6, Spinazzola 6 – Anguissa 6, Lobotka 6 (9′ st Gilmour 6.5) – Politano 6.5 (43′ st Ngonge sv), Raspadori 7 (34′ st Billing sv), McTominay 5.5 – Lukaku 6 (43′ st Simeone sv). All. Conte 7.
Arbitro: Massa 5.5.
Note: ammoniti Krstovic e Tete Morente. Spettatori 28.403.