E' l'estate più sull'ottovolante che si può sulla sponda bluceleste del Lario, la promozione in Serie B, attesa cinquant'anni, è al momento cancellata e i lavori allo stadio Rigamonti – Ceppi una corsa contro il tempo per ora inutile.
Luciano Foschi, reduce dall'impresa più incredibile in carriera, racconta a 'La Gazzetta dello Sport' come tiene la barra diritta nel ritiro di Saint Vincent, tra mille incertezze: "Società e Comune stanno facendo tutto quello che era stato richiesto, tutto procede bene; forse non andremo mai a Padova.. Anche la squadra segue il suo programma: abbiamo fatto qualche test contro squadre locali e cominciato l'ultima fase della preparazione, a fine settimana ritorneremo in città e i ragazzi avranno due giorni liberi. C'è un gruppo sano e forte, fino a quando siamo nella nostra bolla mette in campo il solito impegno; non ci sono brutte sensazioni, non sappiamo cosa stia succedendo e ne restiamo fuori; ci prepariamo a fare la Serie B, al resto pensa la società".
La rosa è folta, ma ha il sapore di un cantiere aperto, forse inadeguato alla categoria che si vorrebbe riconquistare in extremis: "Normale ci sia incertezza, ma dobbiamo tenere lontani i cattivi pensieri: siamo in 31, 4 portieri e 27 di movimento, non pochi; al gruppo della promozione si sono aggiunti alcuni Primavera, Boci del Genoa, Degli Innocenti e Donati dell'Empoli, poi è ritornato dalla lunga squalifica Eusepi. La situazione frena qualcuno, ma le trattative non mancano: quando ci diranno cosa succederà, chiuderemo gli accordi, ci sono ragazzi che desiderano venire qui. Non mi importa rischiare di essere la Cenerentola del torneo, ci siamo abituati: dicevano avremmo preso tre gol a partita, ma abbiamo vinto il playoff. Sono cautamente ottimista: affossare il merito sportivo sarebbe una enorme ingiustizia, il Paese ha modo di dimostrare che c'è meritocrazia".
