ROMA – Una pallottola spuntata. Ma utile a provare a forzare la mano per una trattativa. La Lega Serie A ha deciso di impugnare, con una votazione all’unanimità durante l’assemblea in corso a Milano, la delibera con cui il Consiglio Figc ha confermato i pesi tra le varie componenti per l’elezione del prossimo presidente federale, in programma il 4 novembre.
Gabriele Gravina, n.1 della Figc, ha già fissato per lunedì una riunione in Federcalcio – dovrebbe partecipare anche il ministro per lo Sport Andrea Abodi – in cui parlare della ridistribuzione dei pesi elettorali. E venerdì al presidente della Serie A Lorenzo Casini ha fatto una proposta: “Posso arrivare a darvi il 20% e 5 consiglieri federali”. Oggi la Serie A pesa in Figc per il 12% e nomina solo 3 consiglieri. Sono numeri che però ai club non bastano. Anche se c’è chi sostiene che l’offerta andrebbe accettata. Per il momento. Sì, perché per allargare ancora la quota della Serie A e passare dal 12 al 20% basta ridistribuire le quote all’interno del calcio professionistico, togliendo quindi percentuali a Serie B e C, ed è consentito da una norma transitoria del 2009. Ma per rosicchiare punti percentuali ai dilettanti (e forse agli arbitri…) come vorrebbero in Serie A serve il voto della maggioranza di un’assemblea straordinaria della Federcalcio. Ossia di tutte le componenti: dilettanti, allenatori, calciatori, arbitri, oltre a Serie A, B e C. E su questa non c’è nessuna apertura della Figc.
C’è un problema, però: i club di Serie A non si fidano di Gravina. “Perché si è deciso a darci di più solo quando è stato messo alle strette”, era un rif frequente durante l’assemblea della Lega Serie A. E “le strette” sono l’emendamento Mulè che la prossima settimana diventerà legge e impone di dare più rappresentanza alla Serie A.
La Lega di A ha impugnato il regolamento elettorale per un motivo formale: aveva tempo fino a lunedì per farlo e ha scelto di tutelarsi, facendolo. Ma è una minaccia non così forte: il ricorso rischia di avere poca corsa nei tribunali federali, se non addirittura di essere rigettato. È però un modo per difendere la propria posizione. E le proprie richieste.
Ma cosa vogliono i club di Serie A? Su qualcosa sono tutti d’accordo. ossia: il calcio professionistico deve pesare almeno per il 50%. Ossia, dovrebbe essere in grado o quasi di eleggere da solo il presidente federale. Quindi, l’erede di Gravina. Ma non solo. Il vero argomento chiave, per i club, è il “diritto di intesa”. Si intende un diritto che conceda ai club di avere una sorta di veto su ogni decisione della Federcalcio che riguardi la Serie A. Un esempio? Se la Figc volesse inserire criteri più stringenti per le iscrizioni ai campionati (ma questo non può essere toccato per legge), un indice di liquidità per il mercato, qualunque limite o paletto ai club, dovrebbe avere il loro benestare. Nei fatti, vuol già dire prendersi la Federcalcio.
Ma c’è qualcuno a cui non basta. Ed è Claudio Lotito. Lotito di Gravina è nemico giurato e come obiettivo, oltre a tutti quelli appena elencati, ne ha un altro: rinviare le elezioni del nuovo presidente federale. Per avere più tempo per lavorare a un nome alternativo a quello del suo rivale (che non si è ufficialmente ricandidato, ancora) e contestualmente far rieleggere in Serie A il suo fedelissimo Casini. E la mossa di impugnare il regolamento elettorale può aiutarlo a guadagnare tempo. E a far sapere a Gravina che la Serie A non è così disposta ad appoggiarlo.
Come funzionano le elezioni Figc? Il presidente federale viene eletto da 275 delegati in rappresentanza delle società di Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Pro e Lega nazionale Dilettanti, di Associazione italiana calciatori, Associazione italiana allenatori e Associazione italiana arbitri: i voti però saranno espressi secondo pesi ponderati, il peso di alcuni delegati conterà quindi più degli altri. In pratica la Serie A, che ha 20 delegati, esprimerà 62 voti (il voto di ciascuno ne vale 3,10), la Lega Dilettanti invece, che ha 91 delegati il cui peso è 1,93, esprimerà una somma di 175,63, quasi il triplo quindi della Serie A. Con la decisione di oggi della Lega di Serie A le elezioni potrebbero slittare.