Lo avrebbe scritto proprio così. Se avesse potuto scrivere la sceneggiatura del primo giorno della seconda e, probabilmente, ultima settimana del processo contro di lui e il suo inqualificabile comportamento culminato con l’oramai celeberrimo bacio a Jenni Hermoso, Luis Rubiales lo avrebbe scritto proprio così.
León e l’ammutinamento delle quindici
E già, perché “Mapi” León è l’unica calciatrice a non aver fatto marcia indietro, l’unica a non essere tornata in nazionale dopo “l’ammutinamento delle 15” di tre anni. E non è tornata perché è convinta che nominare un commissario tecnico donna non sia sufficiente e che ci sia bisogno di un cambiamento ben più profondo per migliorare davvero la realtà del calcio femminile spagnolo: “Dicono che stanno facendo cambi, ma io non li vedo. E fin quando non li vedrò, non tornerò”. Testardaggine che gli è costata il titolo di campione del mondo nel 2023. Mondiale, quello vinto dalla Spagna, al quale “non ho partecipato per i miei valori”. E non c’è che dire, alla fine di quella Coppa del mondo, terminata con il becero spettacolo dell’ex presidente della Federcalcio (Rfef), tutti capirono che Mapi aveva ragione. Ed è per questa ragione che quanto successo, domenica scorsa – nel derby vinto dal Barcellona della guerrera León in casa dell’Espanyol per 2-0 – ha fatto e farà molto rumore.
La molestia in diretta tv
Ebbene, intorno al quarto d’ora di gioco, dopo aver ricevuto una spallata da un’avversaria, Daniela Caracas, la calciatrice blaugrana ha pensato bene di appoggiare la mano tra le cosce della rivale, cercando il suo sguardo e pronunciando un paio di parole difficili da decifrare ma che, secondo chi l’accusa, mettono in dubbio la femminilità della collega colombiana: “Hai il pene”. Una scena che ha spinto l’Espanyol a emettere un durissimo comunicato di condanna: “Si tratta di un’azione che consideriamo inaccettabile e che non deve passare inosservata. María Pilar León, durante un ‘duello’ di campo con la nostra calciatrice, Daniela Caracas, ha fatto un gesto che ha violato la sua intimità. E oltre a quanto accaduto in campo, c’è stata anche la spiacevole reazione sui social, dove la nostra calciatrice è stata bersaglio di insulti arrivati da centinaia di profili. Ed è per questa ragione che abbiamo messo a sua disposizione i servizi legali del club nel caso in cui volesse intraprendere un’azione legale”.
La versione di León
Secondo la ricostruzione di Mapi León, le cose sarebbero andate diversamente: “In nessun momento ho violato, né ho avuto intenzione di violare, l’intimità della mia collega, Daniela Caracas. Nelle immagini si può vedere che si tratta di una normale azione di gioco in cui lei mi urta intenzionalmente e io le tocco la gamba dicendo, come reazione a tale collisione, ‘Che ti succede?’. In nessun caso mi verrebbe in mente di toccare le parti intime di una qualsiasi delle mie colleghe. Va contro i miei principi e non lo farò mai. Condanno le molestie che Daniela sta subendo sui social e le esprimo la mia più sincera solidarietà. Si è creato molto rumore intorno al mio nome, con l’unico scopo di danneggiare la mia immagine e i miei principi, diffondendo notizie manipolate per altri scopi. Scopi evidenti se pensiamo a quello che sta succedendo in questa settimana”. E già, il processo a Rubiales.
Il precedente di Michel e Valderrama
Nel 1991, il madridista Michel fu punito per “mancanza di decoro” con tremila euro di multa per aver toccato i genitali di Carlos Valderrama in un’azione molto simile a quella che ha visto come protagoniste le due calciatrici di Barça e Espanyol. Difficilmente Mapi se la caverà con così poco – e non ci riferiamo al mero aspetto economico – perché ora è cominciato un altro processo e, questa volta, è proprio la nemica giurata di Rubiales e del machismo nel calcio spagnolo a essere finita sul virtuale banco degli imputati: “Sono molto turbata e delusa, ragion per cui mi riservo il diritto di intraprendere azioni legali contro chiunque cerchi di approfittare di questa situazione per danneggiarmi e continuare a diffamarmi sulla base di prove infondate”. Il pessimo comportamento di León nei confronti di Caracas è chiaro ed evidente a tutti. Mapi merita sicuramente di essere sanzionata, ma che non siano i social a emettere la sentenza.