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L’estate degli autogol: all’Europeo è di moda il difensore pasticcione

L’incredibile autorete del turco Akaydin è già la sesta in questo torneo. Distrazione, impreparazione e stanchezza spiegano l’aumento dei regali

LIPSIA — Si segna abbastanza, più di due gol e mezzo a partita, e finora c’è stato un solo 0-0, quello tra Olanda e Francia. I bomber tuttavia latitano, tant’è che i capocannonieri sono il sublime Musiala (che però fromboliere non è) e l’oscuro Schranz, ala slovacca da sempre lontana dalla gloria: dei suoi cinque gol in nazionale, due li ha realizzati qui. Il vero capocannoniere è in effetti Bomber Autogol, implacabile anche ieri sotto le spoglie del turco Akaydin e già a segno sei volte e anzi quasi sette, solo che la Uefa gliene ha tolto uno, attribuendo al tiratore McTominay e non al deviatore Schär la prima rete in Scozia-Svizzera. In ogni caso quel goffo intervento del difensore elvetico può essere catalogato alla categoria “svarioni difensivi”, che ne comprende almeno una decina, perlomeno se ci si limita a considerare gli strafalcioni individuali chiudendo un occhio sugli errori di reparto. Mal contate, si tratta di quasi una ventina di reti piovute dal cielo, dovute alla dabbenaggine. Un po’ troppe, a questi livelli.

L’effetto flipper dell’Albania

L’Italia s’è messa le mani nei capelli per Calafiori, ma come autogol è forse stato il più casuale. Di sicuro sono irraggiungibili le vette dell’austriaco Wöber, preciso e coordinato nel piazzare di testa nell’angolino il cross di Mbappé, ma ci si è avvicinato Akaydin con quel retropassaggio insensato al suo portiere in uscita insensata: gran bell’autorete. A Rüdiger ne è capitata una tipo Calafiori ma non ha fatto testo (è stato l’unico gol scozzese a fronte dei cinque tedeschi), mentre l’albanese Gjasula è stato il più sfortunato, visto che, contro la Croazia, Djimsiti gli ha rinviato addosso scatenando l’effetto flipper, simile a quello tra il portiere ceco Stanek e lo stinco del difensore Hranac, che più tardi ne combinerà una ben più grossa (e ieri ha procurato con dolo un rigore).

Il torneo dell’assist all’avversario

Se nelle autoreti c’è stata una componente di casualità, negli strafalcioni c’è ben altro: impreparazione, inadeguatezza, distrazione, forma imperfetta. Chissà allora da cosa deriva la prodezza di Hranac (rieccolo…), che sul cross di portoghese Neto s’è come inginocchiato in avanti, facendo schizzare la palla verso il decisivo Chico Conceicao. Restano invece inspiegabili gli erroracci dell’ungherese Orban, difensore solido, esperto: eppure nel giro di cinque giorni ha regalato un gol allo svizzero Embolo e un altro al tedesco Gündogan in maniera inspiegabilmente assurda. L’assist all’avversario (si può chiamare autoassist?) è il marchio di fabbrica di questo torneo: a parte la doppietta di Orban, lo si può fare da rimessa laterale (Dimarco a Bajrami), in ripiegamento difensivo (il belga Doku allo slovacco Schranz), con il rinvio del portiere (l’ucraino Lunin al romeno Man), con un comodo appoggio (lo scozzese Ralston allo svizzero Shaqiri). Il fallo da rigore dello scozzese Porteous su Gündogan, con relativa espulsione, lo si può vedere solamente nei tornei da bar. O da pub. Mica in mondovisione nella partita inaugurale, però.

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