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L’ex Lazio Romulo: “Ho già parlato con il figlio di Lotito”

L’ex giocatore di Serie A sta studiando da allenatore, ai microfoni di di Radio Serie A ha dichiarato: “Per me gli allenatori italiani sono i più bravi, tornerei volentieri alla squadra che mi ha dato tanto”

L’ex giocatore di Serie A, Romulo Souza Orestes Caldeira, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A ed h trattato diversi temi.

“Sto studiando tantissimo per diventare allenatore, ho fatto diversi corsi, è una nuova fase della mia vita. Ho fatto il patentino in Italia quando giocavo, l’Uefa B, e qui in Brasile ho appena finito il patentino CBF, iniziando anche quello dell’AFA in Argentina. Voglio arrivare preparato e devo studiare tantissimo. Voglio tornare in Italia per iniziare ad allenare, magari una Primavera: ho già parlato con il figlio di Claudio Lotito, Enrico, per un ruolo del genere. Tornerei volentieri alla squadra che mi ha dato tanto. Anche se non c’è nulla di confermato, le prime conversazioni sono già iniziate”, dichiara Romulo.

Un parere poi su chi stimi come allenatori: “Per me gli allenatori italiani sono i più bravi. Ho avuto la sfortuna di non avere Conte come allenatore: quando ero all’Hellas, lui mi voleva fortemente alla Juve a gennaio. Sono andato a Torino a fine stagione, Conte era appena andato via ed era arrivato Allegri. Anche lui è un allenatore di altissimo livello, ma come mentalità trasmessa mi sarebbe piaciuto lavorare con Conte. Io cito sempre Conte come esempio per come pressa e crea superiorità sulle fasce. La Juve non vinceva da molto prima che arrivasse lui, l’ha riportata a vincere tre scudetti di fila. Quelli che sono arrivati dopo, secondo me hanno evidenziato comunque la mano di Conte, nonostante i 5 vinti da Allegri e quello vinto da Sarri. La base della Juve era comunque quella costruita da Conte. Anche Gasperini è un riferimento dal punto di vista della mentalità, loro due sono i più incisivi. A livello di calcio giocato, dico De Zerbi: lo seguivo già a Benevento. Lui e Vincenzo Italiano nel giro di qualche anno saranno gli allenatori di riferimento per le big mondiali, la mano di Vincenzo nella Fiorentina è evidente, gioca un calcio diverso dagli altri”.

Riguardo il compagno più forte: “Ce ne sono tanti. Pirlo era unico, è difficile vedere un giocatore simile. Ho avuto il piacere di vederlo giocare da fuori e trovarlo poi come compagno: era qualcosa di meraviglioso. Aveva tecnica, tranquillità e visione di gioco: trovava spazi e buchi con passaggi millimetrici che un calciatore normale non trova. Il più completo che ho avuto come compagno, però, è stato Pogba: difendeva come un vero difensore, leggeva tutti gli spazi e tutti i tempi e segnava quasi come un attaccante. Aveva corsa, saltava più degli altri, calciava con destro e sinistro, dribblava da entrambi i lati: era un giocatore pazzesco. Mi dispiace che non riesca a trovare più il suo vero calcio, ma in quel periodo era fortissimo”.

In chiusura un commento su Immobile: “E' impensabile che venga criticato. Ha fatto la storia della Lazio, è stato capocannoniere quasi ogni anno, è capitano e non si è mai comportato male. È un esempio per i ragazzi, non solo come amico ma anche come calciatore: è una punta fortissima, quasi tutte le big lo vorrebbero. Fortunatamente è alla Lazio: io sono rimasto tifoso. Può capitare di avere momenti brutti in carriera, ma lui è una delle punte più forti: è impensabile criticarlo”, riporta Tuttomercatoweb.

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