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Liga, riparte la caccia al Real (che ha un Mbappé in più). I guai del Barcellona, la vera rivale di Ancelotti è l’Atletico

I campioni in carica cercano un bis che manca dal 2008, il francese la punta di diamante di una squadra che vuole tutto. Blaugrana alle prese con i soliti problemi di bilancio, Simeone si è regalato un mercato super con Alvarez

Il caso spagnolo andrebbe studiato in maniera molto più approfondita di quanto non si faccia sia a livello italiano che internazionale. Campioni del mondo con la nazionale femminile, d’Europa e della Nations League con quella maschile e medaglia d’oro alle Olimpiadi con l’Under 23. Il tutto al netto dei tanti titoli conquistati con le diverse ‘Rojitas’, dell’egemonia a livello di club del Real Madrid e nonostante già da diverso tempo la Liga abbia ceduto alla Premier League l’etichetta di campionato più mediatico del pianeta. E diciamo mediatico, perché la bellezza non è misurabile, mentre gli spettatori e il flusso economico sì lo sono. E già, perché, se escludiamo la Casa blanca, la verità è che quelle spagnole sono società tutt’altro che ricche. Incapaci, non a caso, di liberarsi dal giogo del Fair Play Finanziario della Liga che è molto più efficiente e castrante di quello della Uefa.

I soliti guai del Barcellona

E così succede che, sebbene qualche centesimo in cassa ci sia ancora, i club non possono permettersi questo o quel calciatore (non necessariamente un campione) perché sono consapevoli che, se non sono completamente a posto con il bilancio, Javier Tebas gli impedirà di tesserarlo. Prova ne sia che Dani Olmo non ha potuto esordire, ieri sera, in campionato con la maglia del Barcellona perché non ancora iscritto. Una situazione non nuova per i blaugrana, ma non per questo meno frustrante per i loro tifosi ai quali, per diverse settimane, il presidente Joan Laporta ha assicurato che sarebbe arrivato anche quel Nico Williams che, invece, ha ereditato la maglia numero 10 dell’Athletic Club di Bilbao da Iker Muniain. E nonostante fino alla fine del mese ci sia ancora tempo per provarci, la sensazione è che l’istrionico avvocato catalano abbia già molti problemi da risolvere – compreso quello di mantenere la parola data sul ritorno al Camp Nou, prevista prima della fine dell’anno – per aver voglia di farsi carico di un altro.

E così, il vero colpo del mercato culé, in attesa di regolarizzare la situazione di Olmo, è ancora quell’Hansi Flick arrivato in riva al Mediterraneo soltanto perché Laporta ha licenziato in tronco Xavi Hernández per aver ammesso in pubblico che il Barça non aveva i muscoli economici per competere sul mercato con il Real Madrid e gli altri top team europei. Sì, ha perso il lavoro per aver detto la verità.

Il Real resta la squadra da battere

Una verità scomoda, come quella che il Real continua a essere la squadra da battere in Liga, sebbene non vinca due campionati di fila dal 2008. Una sfida che Carlo Ancelotti avrà l’opportunità di affrontare con un Kylian Mbappé in più, cosciente, però, che non sarà per nulla semplice fare a meno della precisione euclidea di Toni Kroos a centrocampo. Il suo posto in mezzo è stato preso da Jude Bellingham, il che annuncia un Real meno geometrico, ma più rockettaro. Nel frattempo, nonostante i suoi campioni fossero rientrati il giorno prima dalle vacanze, è arrivato il primo trofeo stagionale, la Supercoppa europea vinta contro l’Atalanta. L’obiettivo è portarne al Santiago Bernabéu altri sei, perché alla Casa blanca lo spirito olimpico non ha mai attecchito: l’importante non è partecipare, ma vincere. E, per riuscirci, in attesa di capire se l’Al Nassr mollerà la presa su Aymeric Laporte, Florentino Pérez ha speso poco meno di 50 milioni per quello che a suo modo di vedere sarà il numero 9 del futuro, Endrick, costato 10 milioni in meno di Dani Olmo, ma il cui unico problema non è un cartellino non depositato, bensì il fatto di avere davanti a lui il miglior centravanti del presente.

Alvarez per Simeone

Probabilmente, però, la verità più scomoda – non per l’orgoglio, ma dal punto di vista sportivo – per il Barcellona è che l’Atlético Madrid ha fatto un mercato esagerato. Dei 410 milioni iniettati sinora dai club della Liga sul mercato, oltre un terzo lo ha speso proprio la società colchonera che si è impegnata a versarne 90 per Julian Alvarez nelle casse del ricchissimo (e processatissimo) Manchester City superando, addirittura, la concorrenza del potentissimo Paris Saint Germain. Diego Pablo Simeone, così, non potrà più dire che la sua è “la squadra del popolo”, ma era pur sempre una civetteria, ben lontana dalla realtà dei fatti, della quale farà volentieri a meno potendo contare con una rosa di primissimo livello, considerato che, oltre all’attaccante argentino, sono arrivati anche Robin Le Normand e il vice Pichichi, Alexander Sorloth, e in canna c’è un altro colpo top: Conor Gallagher che, dopo aver passato qualche giorno a Madrid, convinto che l’affare si sarebbe chiuso in poche ore, è tornato a Londra lasciando, però, le valigie pesanti nella capitale spagnola. E nel mirino c’è anche Javi Guerra, uno dei giovani centrocampisti più interessanti del panorama spagnolo. Che non è poco. Anzi.

Il Girona chiamato alla conferma

Euro più, euro meno, le solite tre hanno speso 250 milioni. Questo vuol dire che l’investimento complessivo delle altre diciassette squadre è stato, sinora, di 160 milioni, tredici in meno di quelli spesi dalle tre neopromosse in Premier League: Ipswich (73), Southampton (63) e Leicester (37). Il Girona ha perso buona parte della colonna vertebrale che gli ha permesso di conquistare la sua prima e, quindi, storica qualificazione in Champions League, relegando al quarto posto l’Atlético Madrid: dal neo giallorosso Artem Dovbyk a Savinho, Yan Couto e capitan Aleix Garcia. E sebbene l’ottimo Quique Carcel, ds dei catalani, abbia già messo a segno sette colpi (Bryan Gil e Donny van de Beek su tutti), il dubbio di non essere all’altezza delle proprie ambizioni comincia a insinuarsi anche a Montilivi. Prova ne sia che il sempre discreto Michel ha chiesto rinforzi e lo ha fatto pubblicamente.

Valencia, spesi solo 150 mila euro

Trasferendoci nei Paesi Baschi, se Ernesto Valverde è riuscito a spuntarla, almeno per il momento, sul fronte Nico Williams, Imanol Alguacil potrebbe perdere negli ultimi giorni di calciomercato sia Mikel Merino che Martín Zubimendi, entrambi corteggiatissimi dalla Premier. Il Valencia, l’ultima delle “altre” ad aver vinto una Liga (oltre 20 anni fa), si è permesso il lusso di spendere 150 mila euro (sì, mila e non milioni, non è un refuso) e il Siviglia, il club delle sette Coppe Uefa-Europa League, non è nemmeno riuscito ad arrivare in doppia cifra (8 milioni). Insomma, un’altra estate drammaticamente austera per le squadre della Liga. Come dicevamo, però, si tratta oramai di una prassi consolidata, proprio come quella di vedere poi, a fine stagione, le diverse nazionali spagnole (e il Real Madrid) imporsi sul resto delle concorrenti.

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