Una riunione in Federcalcio con il grande alleato. O forse con il presidente del futuro. Pochi istanti prima di annunciare la decisione di anticipare le elezioni al 4 novembre, il presidente uscente della Figc, Gabriele Gravina, sedeva con Giancarlo Abete per parlare di strategie. La delusione europea dell’eliminazione agli ottavi di Euro 2024 contro la Svizzera ancora a bruciargli la pelle, come le critiche di chi ne chiedeva la testa. Una delusione che, si votasse oggi, lo porterebbe forse a decidere di ritirarsi dalla corsa. Gravina, va detto, non è tipo da rinunciare facilmente al posto, perché vorrebbe dire dichiarare persa la guerra con Lotito. Ma è anche vero che attacchi e battaglie lo hanno stancato.
Elezioni anticipare per bruciare gli avversari
La mossa di anticipare il voto ha bruciato gli avversari. Ha spuntato le mosse di Lotito, che si preparava a pianificare il dopo-Gravina con un proprio candidato e adesso invece dovrà dare priorità alla ricerca dei voti per i suoi due protetti, Casini al vertice della Serie A e Balata in B. Uno scenario in cui, almeno teoricamente, rischia di materializzarsi il rischio di una impasse. Se all’assemblea elettiva del 4 novembre, a Fiumicino, non si arrivasse a eleggere un nuovo presidente, infatti, il Coni dovrebbe commissariare. È già successo — la Figc è la federazione italiana più commissariata in assoluto (ricordate nel 2018 Fabbricini?) — e certamente è la soluzione che più auspica Lotito, perché gli darebbe il tempo di tornare a programmare.
Abete, la sua maggioranza, il possibile ruolo di unificatore
Ma in uno scenario simile trova terreno fertile l’unificatore. L’uomo per tutte le stagioni, capace di mettere d’accordo se non tutti, una rilevante maggioranza. A chi pensate? Esatto, a quel Giancarlo Abete che lunedì era da Gravina in Federcalcio e sarebbe pronto a scendere in campo: perché la situazione gli permetterebbe di presentarsi come un salvatore, l’uomo che sventa il commissariamento. A oggi è una prospettiva. ma se Gravina decidesse di farsi da parte — Abete ha dichiarato spesso che non si candiderebbe mai contro l’amico di cui è stato quasi padre politico — potrebbe diventare molto di più. Scenario plausibile anche perché Abete partirebbe dal 34% dei voti della Lega Nazionale Dilettanti, di cui è presidente: gli servirebbe un altro 32%, e tra calciatori e Lega Pro non dovrebbe faticare a ottenerlo. Si parla anche di un patto tra Abete e Gravina (che loro escludono), per il passaggio di consegne.
Incerto il futuro di Spalletti, Buffon può rinunciare all’incarico
Resta una questione: che futuro avrà la Federcalcio? Un emendamento al decreto Sport e Istruzione firmato da Mulè vuole sostanzialmente svuotarla. Cosa ne pensi il governo (di cui Mulè fa parte) e il ministro Abodi non è chiarissimo. E ancora non è iniziata la battaglia della politica sulla giustizia sportiva. Ma la partita è in corso. E al voto per il presidente della Figc rischia di legarsi anche il futuro di Spalletti. Mentre Buffon valuta addirittura di rinunciare all’incarico di Capo delegazione: le conseguenze di quella figuraccia con la Svizzera non sono ancora finite.