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Lino Banfi: “Sono pronto, al posto di Juric alla Roma vado io. I am Oronzo Canà”

Numerose le reazioni di personaggi dello spettacolo e della politica alla crisi in casa giallorossa. La più divertente dell’attore, che evoca il suo celebre personaggio

Dal cinema alla politica, l’esonero di Ivan Juric sulla panchina della Roma valica i confini dello sport e contagia gli appassionati di tutte le categorie. A partire da Lino Banfi, pronto a vestire nuovamente i panni del celebre Oronzo Canà. In un TikTok di sette ore fa, ancor prima della sconfitta subita in casa contro il Bologna, il comico pugliese aveva risposto a un’immaginaria chiamata della proprietà giallorossa: “Ah, mister Friedkin. Yes, I am Oronzo Canà”. Già pronto il modulo, inglesizzato per l’occasione: “Five five five”. E la tattica? “Bi-zone”, ovviamente. “I am ready, vado a Trigoria”, conclude Banfi sciarpetta alla mano.

Fantasia a parte, la realtà lascia i tifosi molto amareggiati. Nel mirino delle proteste l’atteggiamento della proprietà, percepita sempre più distante. Restando in ambito cinematografico, Luca Zingaretti usa toni più accesi, commentando direttamente il comunicato stampa della Roma: “Il nuovo allenatore sarà annunciato nei prossimi giorni? Ma sì, prendetevela comoda (come con il ds, il nuovo ceo e il mercato estivo), tanto abbiamo tempo!”. Il comportamento della proprietà americana lascia perplesso anche Maurizio Gasparri: “Il menefreghismo dei Friedkin raggiunge vette davvero temerarie. Se ne devono andare loro, perché non hanno nessun amore per la città e nessun rispetto per la società e i suoi tifosi”, attacca infatti il capogruppo di Forza Italia al Senato.

Politici di destra e sinistra uniti contro la società

“I Friedkin – prosegue – hanno raggiunto alcuni risultati con Mourinho, poi quando l’hanno cacciato è iniziata la china di una discesa tragica. Prima hanno usato De Rossi, simbolo del romanismo, ma non era maturo come allenatore per una prova del genere, molto impegnativa. De Rossi era l’unico che la gente avrebbe accettato e, dopo averlo esposto, hanno cacciato pure lui in malo modo sostituendolo con uno sventurato, Juric, che doveva dire ‘No grazie, la Roma non è per me’, ma lui stesso si è sopravvalutato, accettando l’incarico”. I commenti di Gasparri avevano lasciato il segno anche in occasione dell’esonero di José Mourinho, lo scorso gennaio, quando aveva regalato all’Huffpost un elogio in rima del tecnico portoghese.

Rosella Sensi: “La proprietà faccia chiarezza”

In vista dell’avvicendamento in panchina, il senatore invoca il ritorno di Claudio Ranieri, bocciando invece la candidatura di Roberto Mancini. Delio Rossi, ex allenatore di Lazio, Palermo e Fiorentina, farebbe la stessa scelta: “Farei tornare De Rossi, oppure opterei per Ranieri, perché a Mancini non renderebbero la vita facile, vista la sua lunga militanza nella Lazio”. Non tutti però sono d’accordo sul condannare Juric. “Ivan è un ottimo professionista, ma è arrivato in una situazione molto complicata e non è riuscito a venirne fuori. Non ha tutte le colpe ma sappiamo che quando le cose vanno male paga l’allenatore”, spiega l’ex tecnico di Atalanta, Torino e Palermo Stefano Colantuono. In ogni caso, l’allenatore romano definisce “immotivato l’esonero di De Rossi”. Punto che trova concorde anche Zbigniew Boniek, ex attaccante giallorosso oggi presente all’Olimpico: “Io non avrei esonerato Daniele e tanti problemi che poi sono venuti fuori si sarebbero evitati”. Tornando alla proprietà, su Instagram ha detto la sua anche Rosella Sensi, ex presidente del club. “Vedere ancora una volta perdere la mia amata Roma mi fa impazzire. E mi fa riflettere allo stesso tempo. Non capisco molte cose e penso che sia il momento che la proprietà ci indichi la strada che ha intenzione di seguire e il futuro che ci aspetta per il dopo Juric. Molti mi chiedono cosa farei io in questo momento. Non è facile, ve lo assicuro. In passato abbiamo vissuto momenti difficili, ma siamo sempre rimasti rispettosi dei tifosi della Roma, come è stata e sono sicura lo sarà anche la famiglia Friedkin”.

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