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L’Italia cerca l’impresa contro la Germania. Una chance per Daniel Maldini

Azzurri a Dortmund per ribaltare l’1-2 subito a San Siro in Nations League. L’attaccante dell’Atalanta possibile sorpresa. Spalletti: “Pensiamo ai nostri connazionali che vivono qui”

Dortmund – Paolo Maldini giocò in Renania, a Düsseldorf, la sua prima grande partita in Nazionale all’Europeo 1988: 1-1 con la Germania, gol di Mancini e Brehme. A poca distanza, a Dortmund, suo figlio Daniel, quasi 37 anni dopo, potrebbe vivere il suo debutto dall’inizio in azzurro. Non è una suggestione, ma una precisa indicazione di Spalletti: “Perché no, stiamo parlando di un calciatore che si è dimostrato di livello top e deve solo acchiappare minuti a livello internazionale”. Il dubbio su chi affiancherà Kean al Westfalen Stadion — Maldini, Barella avanzato a rifinitore, Frattesi — resta il vero rebus di una partita che l’Italia deve vincere per forza, dopo avere perso a San Siro l’andata dei quarti della Nations League. Agguantare almeno i supplementari è l’unica strada per la Final Four e per evitare il girone a 5 delle qualificazioni al Mondiale e il rischioso debutto il 6 giugno a Oslo contro la Norvegia di Haaland, che ha già chiarito in Moldova di volersi portare avanti nella differenza reti: ha vinto 5-0.

Il triste ricordo dell’ultimo Europeo

Lo scorso giugno la Nazionale aveva abbandonato alla loro tristezza d’acciaio per l’eliminazione dall’Europeo un centinaio di italiani di Renania, malinconicamente assiepati dietro una transenna dell’hotel del ritiro azzurro di Iserlohn a parlare increduli della sconfitta con la Svizzera. Li ha ritrovati a Dortmund, dove sa di doverli consolare con i fatti, scacciando il loro timore che in nove mesi non sia cambiato nulla. E che i tedeschi possano infierire: “Per tutti gli italiani, a maggior ragione per quelli che vivono qui, dobbiamo essere un sogno”, ripete, e il pensiero va anche ad altri emigrati: quelli che vivono in America e che nel 2026 aspettano gli azzurri al Mondiale.

Spalletti: “Basta distrazioni”

Ma sa anche benissimo, il ct, che a lui spetta di passare dal piano sociologico a quello tecnico e che il calcio è fatto di risultati: non basta giocare benino. A una squadra che porta quattro stelle mondiali sulla maglia e ha vinto due Europei si chiede innanzitutto di vincere. Giovedì scorso, a San Siro, si è illusa di poterlo fare difendendosi compatta per poi punzecchiare la Germania in contropiede, invece non ha saputo custodire il gol di Tonali. Spalletti riassume: “Non dobbiamo inventarci niente: solo ripetere le cose buone dell’andata, evitare le distrazioni sui palloni alti magari con più centimetri e forza, rimanere in partita con l’impatto giusto e mettere fantasia nella ripresa”. Il secondo tempo, a Milano, l’hanno deciso i cambi di Nagelsmann, che infatti pare intenzionato a riproporre Kleindienst centravanti, stavolta il piano italiano è che accada il contrario. In partenza la presenza di Buongiorno nel trio dei centrali di difesa è scontata, quella di Gatti possibile, Ricci regista al posto di Rovella probabile, Di Lorenzo avanzato a esterno un’eventualità. “Serve un’impresa? Solo nel risultato”: è il mantra del ct.

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