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L’Italia secondo Gattuso: “Penso solo all’America, all’inferno non ci vado”

La presentazione del nuovo ct azzurro. Buffon: “Non è una scelta di ripiego”

ROMA – Come mi immagino tra un anno? Nel paradiso americano. All’inferno io non ci voglio andare». La prima giornata di Rino Gattuso ct è stata suggellata dal manifesto consegnato a Radiorai e poi da un rapido brindisi, quasi pudico: ora servono i fatti. Il presidente Gravina era in consiglio federale. Ma gli altri del comitato di salute pubblica costituito per riportare l’Italia al Mondiale, dopo due fallimenti consecutivi, c’erano proprio tutti. L’ex ct Prandelli e gli ex campioni del mondo Zambrotta e Perrotta: dovranno evitare che i talenti dei vivai vadano dispersi. L’ex campione d’Europa Bonucci: sarà assistente del neo ct e del suo vice Riccio. Il coordinatore delle Under Viscidi: continuerà a mettere in vetrina giovani da coltivare.

Buffon: “Rino non è una scelta di ripiego”

Ma accanto a Gattuso c’era soprattutto Gigi Buffon: evidente la naturale intesa tra due ex trionfatori a Berlino, chiamati adesso alla missione Mondiale 2026. Buffon, ds della Nazionale, si è fatto garante della scelta, l’ha sostenuta e difesa dalle candidature di Mancini e Mourinho. Ieri ha parlato da dirigente con poteri pieni: «Le dimissioni se non fosse arrivato Rino? Non avrei potuto, il mio contratto ogni anno scade a giugno. Lui non è una scelta di ripiego, è solido e preparato, allena da 12 anni, in tutta Europa e su panchine non facili, il che dimostra coraggio e volontà di evolversi. Quand’ero alla Juventus, le sue squadre ci mettevano sempre in difficoltà, si vedeva la sua mano. Il tempo dirà se è stata la decisione giusta o se servirà un passo indietro: bisogna assumersi le proprie responsabilità».

“Creare una famiglia”

Responsabilità è la parola d’ordine del nuovo ct, e dialogo: «L’obiettivo è creare una famiglia, in cui ognuno aiuta l’altro». Ha parlato e parlerà con tutti. Lo ha fatto col predecessore Spalletti («ho enorme stima di lui, ha intuizioni uniche»), col suo maestro Lippi («mi ha detto una cosa che non posso ripetere: ct», l’icastica traduzione è: c… tuoi, ndr) e con 35 giocatori del gruppo di Spalletti tranne l’aventiniano Acerbi («lo stimo e lo rispetto, ma punto su calciatori più giovani»). I leader saranno Donnarumma, Tonali, Barella, Bastoni: «Non è vero che mancano i talenti. In serie A gioca il 64% di stranieri e i giovani non trovano spazio. Ma abbiamo 4-5 tra i migliori 10 al mondo nei rispettivi ruoli». A loro ha chiesto personalità e carisma, agli altri dedizione alla causa: mai più dovranno arrendersi a un dolorino, mai più si dovrà assistere alla fuga da Coverciano o dalle convocazioni, magari in prossimità delle vacanze: «Chi ha un dolorino resta a curarsi con noi, altrimenti si crea un precedente. L’ho chiesto a Gigi e al presidente». È il punto dolente: Mancini e Spalletti hanno pagato le decimazioni spesso ambigue, le pressioni dei club hanno indebolito la Nazionale. Che non ha spazio per le polemiche: alle allusioni del presidente del Senato La Russa sulla sua presunta inadeguatezza a simboleggiare l’Italia Gattuso replica col sorriso: «Spero di fargli cambiare idea. Non si allena per 12 anni solo con cuore e grinta. La mia etichetta da calciatore è lontana dal mio modo di allenare, con me un Gattuso non giocherebbe».

Le scelte di Gattuso

La tattica non può essere ora la priorità: «Non c’è tempo per le rivoluzioni. Nella differenza reti la Norvegia è a più 11 e noi a meno 1. La squadra dovrà stare il più possibile nella metà campo avversaria». Il sistema di gioco è per ora un’ipotesi, che oscilla tra il 3-4-3, il 3-4-2-1 e il 4-3-3, Politano e Chiesa («gli ho detto che deve trovarsi una sistemazione per giocare») gli esterni verosimili con Orsolini e Zaccagni, Leoni il gioiellino difensivo da monitorare. Come l’Under 21, che domenica Rino andrà a vedere all’Europeo in Slovacchia con Buffon. Il 3 luglio sarà a Firenze per la prima riunione con lo staff. Gravina, il cui destino è legato al Mondiale, si affida a lui: «Riporterà entusiasmo, risultati, identità». Oggi il neo ct torna a casa per il compleanno della figlia Gabriela, nata mentre lui giocava l’Europeo 2004. I suoi primi tifosi erano e sono papà e mamma: «Ho avvertito la loro gioia per questo mio incarico». Da domani dovrà pensare all’altra sua famiglia e alla prima prova, il 5 settembre a Bergamo con l’Estonia.

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