LIVERPOOL — Non ci sono sorprese nella notte di Anfield: il Bologna torna dalla gita premio con due gol sulla schiena. Temeva peggio, però, alla vigilia e ancor più dopo aver preso subito una rete da Mac Allister in un inizio in cui il Liverpool voleva giocare al leone col topo. Nel loro piccolo invece i rossoblù, in nero ma non calimero, hanno subìto onorevolmente la legge del molto più forte (vedi la prodezza di Salah per il 2-0 definitivo) senza naufragare – cosa che in questa Champions formato XL sta succedendo indecorosamente a molte squadre di casta inferiore – in casa di una squadra che vale oltre il triplo (900 milioni contro 280), capolista della Premier, il campionato più forte del mondo. Per quel che vale il paragone acrobatico, ha fatto peggior figura il Milan a San Siro contro gli stessi Reds. La squadra di Vincenzo Italiano — non esattamente quel blocco granitico in difesa di cui aveva parlato l’allenatore — è comunque caduta in piedi e alla fine è stata mertatamente applaudita dai suoi tremila tifosi (inclusi Gianni Morandi e Cesare Cremonini che hanno sparato stories a raffica) da sessnt’anni in attesa di una trasferta così.
Pagato il biglietto all’ingresso, il Bologna ci ha messo una mezz’oretta a capire che tipo di partita si giocasse e soprattutto che poteva giocarla anche lui, per esempio accorgendosi che Shrek soffre il pressing alto. Ad Anfield si pratica un football ben poco masticato che poco ha a che fare con quello tatticissimo e ricamatissimo che va ovunque per la maggiore: qui si fa alla vecchia, e in cinque minuti presi a caso dalla cronaca si trovano più occasioni che in tutto uno Juve-Napoli, per dire.
L’inizio impaurito, poi il Bologna prende coraggio
Il Liverpool ha accelerazioni impressionanti che puntualmente carbonizzano i rossoblù, i Reds arrivano in porta con tre passaggi (quando la fanno lunga). Ma, per contro, non è un’impresa neanche arrivare nella loro area. E così all’intervallo la squadra di Italiano poteva contare una traversa (con deviazione di Konate) e un palo esterno di Dan Ndoye più una bella parata di Allison su Urbanski, tutto accaduto tra il 28’ e il 33’.
Dall’altra parte i Reds creano tanto, danno e hanno la sensazione che per far gol debbano solo decidere quando e come, però in realtà così non è. Tale sicumera nasce dalla facilità con cui si trovano 1-0 dopo 11’ con l’argentino Mac Allister che va a concludere appoggiando nella porta vuota un’azione da lui stesso avviata per il cross di Salah che taglia la difesa bolognese. Poco prima il Bologna aveva esultato inutilmente per un gol in fuorigioco di Dallinga, tenero olandesino preferito stranamente a Castro, ma lo stesso accade a Nunez al 16’. Tra i rimpianti del primo atto per i Reds due tiri sprecati da Szoboszlai (19’) e Nunez (23’).
Per il Bologna non è stato turismo calcistico
La ripresa si apre con una bella parata di Alisson su Orsolini e un tiro alto di Urbanski, poi un sinistro a giro di Salah fuori di una tagliatella. Prove generali per Momo che alla mezz’ora dalla stessa mattonella ha chiuso la faccenda indovinando l’incrocio lontano con un mancino fatato, dopo uno slalom tra i paletti rossoblù. Inutile l’assalto finale degli emiliani per poter dire di aver almeno fatto un gol ad Anfield. Ma non è stato solo turismo calcistico.