La telenovela Lookman va avanti: la settimana è cominciata con la presa di posizione dell’Atalanta e lo strappo del giocatore, che non si è presentato a Zingonia per il lavoro di riabilitazione dall’infortunio al polpaccio. Non veri colpi di scena, nel senso che in ogni nuova puntata accade quello che chi ha consuetudine con certe trame si aspetta che accada.
Percassi e i presupposti di Lookman
L’ad bergamasco Luca Percassi ha ribadito che l’Atalanta vende, se vende, alle sue condizioni: «Un anno fa rifiutammo un’offerta da 20 milioni del Psg che Lookman voleva che accettassimo. Siccome siamo una società credibile, ci eravamo ripromessi di cederlo quest’anno sulla base di due presupposti chiesti da lui stesso: che l’offerta arrivasse da un top club e che in Italia non avrebbe indossato una maglia diversa da quella dell’Atalanta».
Per Lookman non c’è il prezzo
Si potrebbe quisquiliare che la maglia dell’Inter è uguale, ma non è quello il punto: il punto è che Percassi ha chiarito che non c’era un prezzo prefissato per la cessione di Lookman, al contrario di quello che accadde l’estate scorsa con Koopmeiners, etichettato a 60 milioni fin dall’avvio del mercato. Per altro, il quadro è cambiato dopo la partenza di Retegui, quella davvero non pianificata e tanto meno alle cifre a cui si è realizzata. Ma ciò che più conta, per immaginare la trama delle prossime puntate, è che Percassi non ha messo la parola fine, tutt’altro: «L’Atalanta è sempre attenta a valutare i tempi e i valori di uscita dei propri giocatori. Ma è sempre lei a decidere».
A quota 50 milioni si può chiudere
Ecco, è questa frase la più importante, per gli sviluppi futuri: l’affare si chiuderà alle condizioni della Dea, che quindi non si farà smuovere né commuovere dai capricci di Lookman così come non fecero breccia quelli di Koopmeiners, che passò mezza estate senza allenarsi, inviando certificati medici di esenzione: alla fine ci rimise lui, che si perse un’eccezionale occasione professionale (la Supercoppa contro il Real) e arrivò alla Juve tardi (il 29 agosto) e in condizioni fisiche, e probabilmente pure psicologiche, pessime, al punto da restarne condizionato per l’intera stagione. Stavolta la situazione è diversa: i rapporti tra Atalanta e Inter sono ottimi (quelli con la Juve no) e la distanza tra domanda e offerta è sottile, anche se ufficialmente i bergamaschi non hanno fissato un prezzo e l’Inter nega nuovi rilanci. Eppure molti assicurano che se si arrivasse a 50 milioni, tutti vivrebbero felici e contenti.
Il triangolo Vlahovic, Nuñez, Kolo Muani
È molto più ingarbugliato, piuttosto, il triangolo che riguarda Vlahovic, Nuñez e Kolo Muani e che coinvolge Juventus e Milan, due società costrette a lesinare sulle spese. Perciò i rossoneri non sono ancora in grado di soddisfare le esigenze economiche del serbo (vuole almeno 6 milioni) e i bianconeri quelle del Psg per il francese (50).
Inzaghi vuole Nuñez all’Al-Hilal
Per entrambi, l’alternativa è l’attaccante del Liverpool, che Inzaghi sta cercando di convincere a raggiungerlo all’Al-Hilal, usando argomenti non soltanto monetari: l’uruguaiano non mira solo ai soldi, che però non lo lasciano indifferente e ha chiesto tempo fino a metà mese, per capire se in Europa si sbloccherà qualcosa. Si capirà, in queste due settimane, quanto peserà l’insistenza degli allenatori, perché se Simone sta lavorando ai fianchi Nuñez, Allegri e Tudor ripetono ai loro dirigenti che senza Vlahovic e Kolo Muani non saprebbero stare. Chi saprà farsi accontentare?