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Lukaku contro Lautaro, in Napoli-Inter gli ex amici si giocano lo scudetto. I motivi della rottura

Compagni di squadra nell’Inter guidata da Conte che vinse il tricolore nel 2021, il rapporto si è incrinato quando il belga ha strappato con i nerazzurri flirtando con la Juve e firmando poi con la Roma. Sabato alle 18 in campo da avversari

Stavano insieme, c’era un perché. Insieme hanno vinto lo scudetto. Inter 2020/21, Conte a guidarli. Insieme hanno sfiorato la Champions. Inter 2022/23, Inzaghi a gestirli. Lautaro Martinez, Romelu Lukaku. Guarda che Lu-La. La coppia delle coppie. Negli annali restano le tre stagioni condivise in nerazzurro e i 146 gol messi a referto. 78 Lukaku, 68 Lautaro. Big Rom, il Toro.

L’amicizia fragile tra Lautaro e Big Rom

Tra le pagine chiare e le pagine scure, invece, trova residenza un’amicizia che sembrava solida e invece si è rivelata fragile, gerarchie ribaltate, un utente al momento non raggiungibile, un litigio taciuto e l’inattesa piega degli eventi che ora li vede di fronte, duellanti per lo scudetto. Al Maradona c’è Napoli-Inter ed è probabile che i due ex amici si ignoreranno; poco quotato anche il saluto formale a favore di telecamera. No, non si sono lasciati bene.

Lukaku, il flirt con la Juve e la telefonata di Lautaro

Nell’estate 2023, quando Lukaku flirtò con la Juventus, quindi accettò l’offerta della Roma e strappò con l’Inter, Lautaro si sentì tradito. Ha raccontato poi l’argentino di avere provato a telefonargli, per capire, per conoscere le ragioni, ma senza successo: Lukaku non gli rispose. Da quel momento, l’amicizia è deragliata in una terra di nessuno. E anche le carriere dei due hanno preso direzioni divergenti.

Lautaro leader dell’Inter

Per anni Lautaro è stato l’altro, la spalla, lo scudiero. Di Icardi prima, di Lukaku poi, nel mezzo Dzeko a sottrargli minutaggio. La partenza di Lukaku lo ha liberato dal cono d’ombra in cui stava. È esploso, non è mai stato incisivo come lo è da un paio d’anni. Oggi Lautaro è il leader indiscusso dell’Inter.

Lukaku la prima scelta di Conte

Nell’evidenza dei quattro anni di età che lo separano dall’ex compagno – Romelu ne fa 32, Lautaro va per i 28 – Lukaku ha visto invece la sua media-gol appiattirsi a livelli più mediocri, ha accettato l’ipotesi di un crepuscolo consumato tra Roma e Napoli, dove è stato convocato dall’unico allenatore al mondo che ancora riesce a farlo sentire centrale nel progetto che ha in mente, Antonio Conte. Forse anche per loro arriverà il tempo di una riconciliazione. Messi e Suarez, per sei anni (2014-2020), hanno celebrato la bellezza del calcio a Barcellona, poi ognuno per la sua strada finché a Natale del 2023 a Messi è bastata una parola – “Vieni” senza punto di domanda – per ritrovarsi insieme a Miami.

I gemelli del gol

Il problema delle coppie (nel calcio) è che hanno una durata limitata: finché gol non vi separi. Ciccio Graziani e Paolino Pulici sono stati i gemelli del gol nel Torino degli Anni 70, per 8 campionati (1973-1981), insieme – tra il prima e il dopo – hanno contabilizzato 294 reti, comprese quelle utili a vincere l’ultimo scudetto granata del 1976. Nel 1981 Graziani va alla Fiorentina, Pulici lo guarda partire, e l’anno dopo – con il Toro che gli concede la lista gratuita – passa all’Udinese. La loro amicizia è durata nel tempo ma insieme no, non hanno più giocato.

Vialli e Mancini

Quando nel 1992 Luca Vialli lascia la Sampdoria e passa alla Juventus, il suo alter ego – Roberto Mancini – guadagna la centralità di tutto e con essa la responsabilità della ripartenza blucerchiata. Si erano conosciuti a vent’anni, nell’età più luminosa. Sono rimasti sempre vicini, lo sono tuttora che Vialli non c’è più. A unirli nell’immaginario collettivo l’abbraccio a Wembley, nel tempio sacro del calcio, dopo la vittoria dell’Europeo nell’estate del 2021: stringevano forte il passato, gli anni felici e spettinati, i ricordi e quel poco di futuro che ancora restava. E intanto allontanavano l’addio. Tenera è stata (quella) notte.

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