Napoli – Nelle statistiche del calcio non sono contemplati i rimbalzi, altrimenti Romelu Lukaku si starebbe di sicuro industriando per catturare anche quelli, pur di ripagare la stima e l’amicizia del suo mentore, Antonio Conte. Ma intanto grazie allo show contro l’Empoli il nuovo idolo del Maradona ha già festeggiato il traguardo per nulla banale della doppia-doppia: 12 gol e 10 assist, che fanno di Big Rom il trascinatore del Napoli e uno degli attaccanti più decisivi della Serie A, quando mancano ancora 6 giornate alla conclusione del campionato.
Niente male per l’esperto campione belga, che continua imperterrito a far la differenza e s’è già guadagnato grazie alle 401 reti messe a segno in carriera un posto in prima fila tra i cannonieri più prolifici di tutti i tempi. Eppure brilla ancora per la sua umiltà e per la voglia di rimettersi sempre in discussione, come ha fatto pure dal suo approdo in maglia azzurra negli ultimi sette mesi, in cui ha dovuto convivere con la sgradevole compagnia di pregiudizi e scetticismo. Alla lunga ci sta pensando il campo a dargli ragione, come sempre. Altro che vecchio, stanco e imbolsito: la vita ricomincia a 31 anni.
Lukaku, da attaccante con la valigia a punto forte del Napoli
Vincere lo scudetto a Napoli sarebbe una colossale candelina sulla torta, che Lukaku sta facendo tutto il possibile per spegnere con due motivazioni personali molto forti: prendersi una rivincita dopo le ultime stagioni vissute con la valigia in mano – come un pacco da sbolognare al Chelsea e in prestito alla Roma – e premiare la stima di chi viceversa ha continuato a credere in lui. Conte più di tutti, che ha convinto per la prima volta un presidente oculato come Aurelio De Laurentiis a investire più di 30 milioni su un calciatore parecchio avanti con gli anni, dalla cui cessione il club non potrà ricavare eventualmente in futuro alcuna plusvalenza. Ma proprio per questo Big Rom sa di non essere solo di passaggio in azzurro e forte del contratto firmato fino al 2027 s’e messo a lavorare a testa bassa, dimostrando le motivazioni di un ragazzino e non di un datato top player.
Gol e assist, Lukaku in doppia cifra
A Napoli ha scelto il numero 11 e non la maglia numero 9, che formalmente al suo arrivo era ancora di Victor Osimhen, in procinto a inizio settembre di passare in prestito al Galatasaray. A Lukaku non è toccato però raccogliere solamente l’eredità del capocannoniere del terzo scudetto. Al Maradona in materia di centravanti i tifosi si erano fatti la bocca buona da anni, stropicciandosi gli occhi per Edinson Cavani, Gonzalo Higuain e Dries Mertens, l’ultimo a realizzare una doppia doppia nel 2019. Di qui i dubbi su Big Rom, reduce da un Europeo non all’altezza della sua fama con il Belgio e da un’estate da separato in casa con il Chelsea, che lo aveva escluso anche dal ritiro precampionato. Inevitabile che al suo ritorno in Italia l’attaccante fosse un po’ arrugginito e appesantito, al punto da alimentare dubbi e mugugni sul suo acquisto, al netto della fiducia di Conte.
Dieta e palestra in casa
Ma Lukaku ha reagito nelle maniera giusta alle prime critiche e ha accettato di essere messo in discussione, senza chiedere un trattamento speciale per la sua onorata carriera. A Napoli mangia sushi (bandite con eroica resistenza pizza e mozzarella) e si è costruito in casa un’attrezzata palestra personale, per allenarsi anche nei momenti liberi da solo. Zero apparizioni by night, con l’unica eccezioni per le cene di gruppo con i compagni di squadra. Pochissime parole e molti fatti, perché un leader può essere pure silenzioso, soprattutto se nello spogliatoio c’è già un uomo forte del calibro di Conte. Il sodalizio tra i due aveva già fatto scintille all’Inter e ora la storia si ripete al Maradona. A Milano era sbocciata in modo naturale l’intesa con Lautaro Martinez, in azzurro Big Rom è passato in pochi mesi da un partner all’altro: prima Kvaratskhelia, poi Neres, Raspadori e adesso McTominay, con cui il belga sta dimostrando feeling e affinità a 360 gradi, tecniche e fisiche. I due hanno fatto faville contro l’Empoli e rilanciato il guanto scudetto a 6 turni dalla fine del campionato. Gemelli del gol atipici, eppure irresistibili e spesso straripanti: pivot l’uno, ala forte l’altro. Se giocassero a basket, e non a calcio, prenderebbero di sicuro pure i rimbalzi.