NAPOLI — Era una fuga col freno a mano tirato e con il senno di poi stupisce di più che sia durata per 70 giorni, in cui il Napoli è riuscito a rimanere davanti a tutti anche a dispetto dei suoi evidenti limiti in zona gol: settimo attacco del campionato, peggio di tutte le dirette concorrenti per l’alta classifica. In tre partite (tutte perse) gli azzurri sono infatti rimasti a secco, in altre 6 sono stati capaci invece di mettere insieme 4 vittorie e 2 pareggi di cortissimo muso, pur avendo segnato appena una rete nei 90′ e aggrappandosi alla grande solidità difensiva. Soltanto nelle 6 gare restanti l’asfittica squadra di Antonio Conte è riuscita a centrare il bersaglio almeno per due volte e sono arrivati altrettanti successi. Ma il primato ha resistito per oltre due mesi sul filo del rasoio e c’era il rischio concreto per la ex capolista di tagliarsi, come è successo in maniera quasi fisiologica domenica con la Lazio.
Il peso dell’assenza di Osimhen
I numeri parlano chiaro: 21 reti segnate in 15 giornate, che mettono l’attacco del Napoli sullo stesso piano di quello del meno ambizioso Parma. Tutte le altre big sono di gran lunga più prolifiche e è questa la realtà con cui devono fare i conti gli azzurri, ripartendo peraltro dalla base solidissima dei 32 punti già messi insieme in classifica. Conte dopo la sconfitta con la Lazio non ha infatti drammatizzato per l’addio alla vetta, ma è il primo a sapere che senza gol non si vincono le partite e può anzi capitare di perderle. Balzano agli occhi soprattutto le difficoltà di Romelu Lukaku e non può stupire che diventi lui la principale pietra dello scandalo, visto che il suo ritorno in Italia a fine agosto aveva fatto presagire delle aspettative molto più intriganti. I 31 milioni di euro spesi per l’acquisto a titolo definitivo dell’esperto cannoniere belga non stanno dando viceversa i risultati auspicati e cresce il rimpianto per il divorzio da Victor Osimhen, dato in prestito al Fenerbahçe. Al Maradona erano abituati molto meglio con il precedente centravanti e i tifosi di Fuorigrotta avevano fatto finora buon viso a cattivo gioco soprattutto in virtù del primato, che ora però è sfumato. Le critiche a Lukaku rischiano dunque di aumentare e la sua prova deludente contro la Lazio (nessun tiro in porta) è il detonatore per far esplodere il caso.
Lukaku troppo solo
Il centravanti belga vanta finora un bottino accettabile di 5 reti e altrettanti assist, ma è la sua mancanza di connessione con il resto della squadra a allarmare il Napoli. Il nuovo attaccante azzurro non fa abbastanza movimento e per la sua staticità diventa più difficile servirlo per i compagni: succede soprattutto contro le altre grandi del campionato (è rimasto a secco negli scontri diretti contro Juventus, Inter e Atalanta). È però altrettanto vero che il modulo prudente utilizzato per ora da Conte non sembra l’ideale per esaltare il rendimento di Big Rom, che da unico terminale offensivo finisce spesso per soffrire di solitudine. Colpa sua e pure del contesto che lo circonda, insomma. Il risultato però non cambia e a Castel Volturno bisognerà cominciare subito a cercare l’antidoto giusto, a cominciare dall’anticipo di sabato pomeriggio sul campo dell’Udinese. Neres avanza la sua candidatura per rendere più affilato il tridente. Senza gol non si va lontano.