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L’ultimo ballo viola, contro la Juve degli ex per tornare a correre

Dopo due sconfitte, oggi a Torino (ore 18) la Fiorentina ha bisogno di punti. Tutti a disposizione, tranne Biraghi

La notte dei desideri, l’ultimo ballo del 2024. La sfida eterna, quella degli ex animati dalla voglia di prendersi tutte le luci dello show, quella dei duelli in ogni zona del campo, della classifica che accomuna due squadre costruite e orientate da obiettivi differenti. Fiorentina e Juventus, estremi che per natura non sono destinati a toccarsi, incrociarsi, contagiarsi. Ci si può parlare, come accaduto nelle ultime sessioni di mercato dove via via i talenti che si reputavano più preziosi sono stati ceduti al migliore offerente. Ovvero, la proprietà bianconera. Federico Chiesa, Dusan Vlahovic, infine Nico Gonzalez. Prima di loro, nell’ultima parte guidata dai fratelli Della Valle, toccò a Federico Bernardeschi avviare una tradizione non certo amata dalla tifoseria viola e in parte invertita dalla mossa di questa estate che si è rivelata perfetta. L’arrivo di Moise Kean, infatti, è fin qui tra le migliori notizie di questa prima parte di stagione. I suoi quattordici segnati, la voglia di trascinare la squadra in campo, l’azzurro ripreso e indossato per meritocrazia. E quello spirito di rivalsa sospinto dall’orgoglio di chi non meritava di ritrovarsi nell’ombra.

Questo pomeriggio (ore 18, Allianz Stadium), Raffaele Palladino cercherà di trovare risposte alle ultime due sconfitte di campionato. Due primi tempi più che positivi, quelli contro Bologna e Udinese, spenti però da due riprese che hanno messo in evidenza alcuni errori di troppo sotto il profilo dell’approccio, della concentrazione e della gestione. Proprio alla soglia del giro di boa della stagione la squadra ha accusato un calo. Magari soltanto a livello mentale, forse da ricondurre in maniera inconscia a quanto accaduto a Edoardo Bove. O forse, per riprendere le parole del ds Pradè, a un «bagno di umiltà» che tutti avrebbero dovuto fare dopo un periodo d’oro in cui forse qualcuno si è sentito invincibile. Imbattibile, appunto.

Come la Juventus di Thiago Motta, zero sconfitte in campionato, stessi punti e stesse reti incassate rispetto alla Fiorentina. A Motta contestano la “pareggite”, un gioco spesso poco fluido che non ha canalizzato al massimo i 200 milioni di euro spesi sul mercato. Palladino invece sta cercando nuovi equilibri dopo lo shock di Bove. Non a caso la priorità sul mercato è l’arrivo di un giocatore con caratteristiche simili a Edoardo: un raccordo tra i due reparti, tanta gamba, duttilità, tecnica. Un altro dato emerge dalle ultime due sconfitte: la squadra che si allunga, rendendo più complicata la missione di riaggressione del pallone e di schermatura a protezione della linea difensiva. Servirà la gara perfetta per uscire dall’Allianz col sorriso delle notti migliori.

Palladino può contare sul gruppo al gran completo, eccezion fatta per Biraghi ormai fuori dalle logiche viola. Nel 4-2-3-1 di riferimento, dunque, ecco De Gea in porta con Dodo che torna a destra in difesa dopo la squalifica. A sinistra Gosens mentre la coppia centrale sarà composta da Comuzzo e Ranieri. In mezzo al campo Cataldi e Adli mentre in attacco il grande ex Kean. Alle sue spalle Colpani a destra, Gudmundsson trequartista e Sottil a sinistra con Mandragora e Ikonè che scalpitano.

Mancheranno i tifosi viola, così come ormai accade da qualche anno per motivi legati all’affiliazione bianconera obbligatoria per acquistare il biglietto nel settore ospiti. Ma non è mancato il loro sostegno: ieri in centinaia si sono dati appuntamento alla stazione di Santa Maria Novella per caricare la squadra in partenza verso Torino. Cori, fumogeni, un fiume di tifosi ad accompagnare i giocatori sul treno. Perché quella con la Juventus non potrà mai essere una partita come le altre.

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