Allo United era soprannominato The Savior, il salvatore. A Napoli ha preso un altro soprannome. “Chiamatemi McFratm, mi piace”. Avercelo, un fratello come Scott McTominay: si è integrato in pochi mesi, diventando il trascinatore della squadra di Conte e il nuovo idolo della tifoseria. In caso di scudetto, lo scozzese sarà il più autorevole candidato al premio di Mvp del campionato. Un ciclone al debutto in Italia. Centrocampista box to box, se ce n’è uno: contro il Torino ha messo a segno un’altra doppietta (fanno 5 gol nelle ultime 3 gare) e un attimo dopo era nella sua area a difendere con i metodi sbrigativi degli stopper d’antan. Ma al Maradona sono pazzi di lui pure perché si è immerso con gioia nella nuova realtà, ha imparato a farsi capire in italiano e ancor meglio in dialetto. Niente a che vedere con la quotidianità schiva e scostante di Osimhen e Kvaratskhelia. Non sorprende quindi che McTominay abbia già raggiunto la popolarità degli eroi del terzo scudetto prima ancora di aver vinto. Baciò la maglia a settembre un attimo dopo aver segnato per la prima volta al Maradona, in Coppa Italia con il Palermo. Un gesto all’apparenza un po’ ruffiano, che invece si è rivelato con il passare del tempo un pegno di amore vero. “Qui i pomodori sanno di buono, a casa mia erano come l’acqua rossa…”.
La sliding door Brescianini-McTominay
McTominay è uno dei cinque scozzesi attualmente in A, anche se in verità lui è un inglese di Lancaster: ha scelto di giocare per la Scozia in omaggio ai nonni paterni originari di Glasgow. Cresciuto nello United, a 7 anni giocava in attacco quando si fece notare da Ferguson. Fino ai 18 era alto poco più di un metro e 60, poi è cresciuto di botto arrivando agli attuali 190 centimetri. A lanciarlo in prima squadra fu Mourinho, al posto di un Pogba umorale e discontinuo. “Con uno come Scott si va in guerra”, ama dire Conte. Male fece l’Inghilterra nel 2018 a snobbarlo nelle convocazioni, lasciando campo libero alla Scozia. Lo United pensava di aver fatto un affare a cederlo per 30 milioni a un anno dalla scadenza. Il Napoli, appena perso Brescianini finito all’Atalanta, si buttò su McTominay: sliding doors di una stagione. A Scott piace sentirsi al centro del progetto e per questo — dopo una stagione da precario in Premier — non ha esitato a scegliere l’Italia. Altro che downgrade, l’azzurro gli ha ridato la felicità.
Le bandiere scozzesi al posto di quelle georgiane
Numeri alla mano, non era mai stato così decisivo: 19 gol in 178 partite di Premier con lo United, già 11 alla prima stagione di A nel Napoli. Per i Red Devils lo scozzese era stato sempre un mediano, pur se specialista in doppiette: quella al Leeds nel 2020 nei primi tre minuti di gioco è la più veloce di sempre in Premier. Conte l’ha trasformato in un micidiale incursore, esaltandone le doti atletiche straripanti. È così che McTominay ha riempito in modo inatteso il vuoto lasciato a gennaio da Kvaratskhelia in campo e fuori. Gli azzurri hanno trovato un nuovo cannoniere e i tifosi un altro idolo di dimensioni internazionali. Al Maradona sono sparite le bandiere georgiane e adesso vanno di moda kilt e cornamuse, con il sogno di sentirle suonare tra un mese come colonna sonora del quarto scudetto. Da Savior a Fratm è stato un attimo.