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Manchester City, prima vittoria contro la Premier: le norme sugli sponsor giudicate discriminatorie

Una decisione che apre scenari (tipo richiesta risarcimento danni) imprevedibili. Il tutto comunque ben distinto dalla causa contro i Citizens per il fari play finanziario

LONDRA – Il Manchester City canta vittoria contro la Premier League. Un tribunale speciale composto da tre giudici indipendenti ha definito “scorrette” le norme sugli sponsor per i club inglesi, introdotte dal massimo campionato dopo l’acquisizione del Newcastle da parte del fondo di Stato saudita Pif nel dicembre 2021. Il club allenato di Guardiola era stato messo all’indice dalla Lega inglese perché avrebbe gonfiato le entrate grazie al fatto che sponsor come Etihad e First Abu Dhabi Bank sono direttamente legati al padrone della squadra celeste di Manchester, ossia lo sceicco emiratino Mansour.

Norme discriminatorie per il City

Invece, secondo la corte, quelle della Premier sono normative illegali perché discriminatorie nei confronti del City. Secondo i giudici, infatti, le stesse regole dovrebbero perseguire anche i prestiti a interessi zero o molto bassi da parte degli azionisti ai singoli club, che invece al momento non hanno restrizioni dello stesso tipo. Attenzione: questo caso è separato dal “maxi processo sportivo” in corso per cui il City è accusato dalla Premier League di aver aggirato per anni le norme del fair play finanziario, con il rischio di penalizzazioni pesantissime, retrocessione compresa. Tuttavia, potrebbe innescare un terremoto nel campionato più bello e più ricco del mondo, perché ora la lega inglese dovrà cambiare le regole.

Ma il maxi processo per il fair play finanziario resta un’altra cosa

Non solo. Club rivali come l’Arsenal, per esempio, sono pesantemente dipendenti dai prestiti a tassi praticamente azzerati degli azionisti e dunque, con nuove norme, potrebbero vedersi le casse prosciugate. Non solo. A questo punto, il City potrebbe anche intraprendere una causa milionaria contro la Premier League, per esser stato “discriminato” a livello finanziario. Insomma, la battaglia è appena cominciata. Ma la Premier League non ci sta. In un comunicato sottolinea che adeguerà le norme in questione, dette Associated party transaction (Apt), ma sottolinea come il ricorso del Manchester City sia stato ampiamente respinto, a parte in un paio di punti, e che “non c’è alcuna discriminazione nei confronti di club gestiti da proprietà arabe”. Simon Leaf, della agenzia legale Mishcon de Reya, ha detto a Bbc Sport: “La decisione è imbarazzante per la Premier League perché alcune regole sono risultate illegali. Ma la grande sostanza del regolamento del campionato è stato invece giudicato legittimo e quindi non mi sembra corretto definirla una vittoria per il Manchester City”.

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