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Manchester United, anatomia di una crisi: 564 milioni spesi in due anni per vincere quasi nulla. Ora la scommessa Amorim

L’esonero di Ten Hag è l’ultima goccia. I Red Devils hanno speso moltissimo per non ottenere nulla con l’allenatore olandare. Il club pagherà la clausola per avere subito il tecnico portoghese dello Sporting, che però non ha mai allenato all’estero

LONDRA – I Red Devils da anni patiscono le pene dell’inferno e il flop Ten Hag è solo l’ultima stazione di una via crucis senza fine. Di certo, dopo l’esonero di lunedì dell’allenatore olandese, la resurrezione non arriverà con il connazionale Ruud Van Nistelrooy, ex ed indimenticato bomber all’Old Trafford ma stavolta uno di passaggio. Tanto che il Manchester United non gli ha permesso nemmeno la rituale conferenza stampa prima del prossimo match, domani contro il Leicester in Coppa di Lega. Difficile dire quanto durerà il povero Ruud, il sesto inglorioso allenatore dopo la fine, nel 2013, della leggenda di Ferguson. Pure Sir Alex, da ambasciatore del club per 2,5 milioni di euro all’anno, è stato messo alla porta qualche giorno fa da Sir Jim Ratcliffe, secondo uomo più ricco del Regno e, tra le altre cose, patron di Ineos.

Ten Hag era già a rischio nonostante la vittoria in Fa Cup

Ratcliffe avrebbe voluto licenziare Ten Hag l’anno scorso, nonostante una sorprendente vittoria in finale di Fa Cup contro lo stellare Manchester City di Pep Guardiola. Poi desistette, convinto dalla nuova dirigenza: in fin dei conti, il 54enne ex tecnico dell’Ajax aveva vinto un trofeo importante dopo una stagione martoriata da incredibili infortuni e a un campionato incolore terminato all’ottavo posto. E l’anno prima non solo era arrivato di nuovo in finale di Fa Cup ma aveva vinto anche la Coppa di Lega. Due trofei, nonostante tutto, facevano ben sperare.

Poi la caduta in disgrazia

Ma se Ten Hag aveva stupito il mondo con l’Ajax, in Inghilterra era quasi diventato una macchietta, con quell’espressione da pittore olandese sempre più in disgrazia. E dire che, infortuni a parte, lo United ha fatto di tutto per accontentarlo, portandogli in dote anche suoi pupilli dei lancieri come El Mazraoui, De Ligt e il flop Anthony pagato 100 milioni di euro, mentre lo stesso giocatore brasiliano era stato negato pochi anni prima al precedessore Ole Gunnar Solskjaer, dopo la richiesta dell’Ajax di 30 milioni. Domenica proprio De Ligt, un altro in crisi profonda, ha paradossalmente innescato il licenziamento del suo mentore, con un intervento sguaiato in pieno recupero sull’1-1 contro il West Ham, sebbene il rigore sia più che dubbio.

564 milioni di sterline spese negli ultimi 2 anni

In ogni caso, dal maggio 2022, la dirigenza dello United ha speso 564 milioni di sterline per il mercato delle squadre di Ten Hag, come ricorda la Bbc. Con spese folli, oltre a Anthony, come quelle per Diallo e Hojberg dall’Atalanta, per non parlare di Casemiro, Onana, Mount o Sancho defenestrato poco dopo. Una fortuna incommensurabile e con miseri ritorni sportivi, se si pensa che per agli altri tecnici post Ferguson, il Manchester ha immesso molte meno risorse per i nuovi ingaggi: 400 milioni per l’era Solskjaer (incluso il traghettatore Rangnick), 374 per José Mourinho (che pure ha vinto un’Europa League), 272 milioni per Louis Van Gaal e solo 59 per il povero David Moyes. Se lo “Special One” in 93 partite ha realizzato una media di 1,89 punti, Solskjaer è arrivato a 1,81 su 109 match, Van Gaal a 1,79 su 76. Mentre Ten Hag non è andato oltre 1,72 su 85. Peggio solo i disastrosi Moyes (media 1,68 in 34 partite) e Rangnick (1,54 in 24). Intanto altri 10 milioni sarebbero già stati spesi per liberare dallo Sporting Lisbona Ruben Amorin, in pole per diventare il prossimo tecnico.

L’esonero sarà la panacea di tutti i mali?

Nonostante un contesto già molto tormentato, Ten Hag ha dimostrato di non essere all’altezza dello United. E di non possedere il carisma e la personalità giusta per non scottarsi sul braciere impazzito dei Red Devils. Non è un caso che non sia mai stato amato dai tifosi, ma neanche dai suoi stessi calciatori. Ten Hag ha litigato con molte stelle, in primis Cristiano Ronaldo, che nell’esplosiva intervista a Piers Morgan lo accusò in diretta mondiale di “non avere alcun rispetto per me”, dopo aver riscaldato la panchina per qualche partita. Ma i rapporti sono stati burrascosi anche con Rashford e soprattutto con Jadon Sancho, dopo esser stato accusato pubblicamente dall’olandese di non impegnarsi a fondo negli allenamenti. Frattura mai ricucita, con lo United che ha dovuto cedere in prestito e per la disperazione la giovane ala inglese al Chelsea.

L’allontanamento di Ten Hag sarà la panacea di tutti i mali dello United? No, di certo. La squadra è stata costruita senza un vero raziocinio, ci sono giocatori sempre più affranti e demotivati. E lo stesso ingaggio dell’allenatore olandese era arrivato dopo che la vecchia guardia delle ex stelle di Ferguson, Gary Neville e Rio Ferdinand su tutti, avevano messo il veto su Antonio Conte. Altro segnale di una società disfunzionale e allora pesantemente influenzata da personaggi del passato. Mentre Ratcliffe ora vuole fare piazza pulita, ripartire da zero e ridare lustro a questa squadra che da anni oramai vive uno psicodramma quotidiano.

In arrivo Amorim, ma è un’altra scommessa

Come si diceva, Van Nistelrooy durerà poco. Lo United sta già cercando il “vero” allenatore e potrebbe arrivare durante questa stagione. Su Thomas Tuchel, il vero favorito alla panchina dell’Old Trafford, la nazionale inglese ha giocato di anticipo, soffiandolo sotto al naso di Ratcliffe. Ora, tutte le strade portano all’allenatore portoghese dello Sporting, Ruben Amorim, 39 anni. Che tuttavia, nonostante i successi con lo Sporting, non ha mai allenato all’estero. Sarebbe un altro azzardo. Il club biancoverde ha confermato l’intenzione dei Red Devils di ingaggiarlo, già oggi potrebbe essere a Manchester. Ma lo United sarà costretto a sborsare 10 milioni — il corrispettivo della sua clausola rescissoria — per averlo subito. Certo, rispetto ai quasi 600 milioni buttati per il mercato di Ten Hag, che vuoi che siano.

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