UDINE – Quando il corteo arriva in piazza XX settembre una decina di ragazzi di origine araba salgono sul pozzo medievale, coronandolo di bandiere palestinesi. “Allah akbar”, si sente una, due, tre volte mentre un fumogeno colora il cielo di rosso. Le casse del carro che traina il corteo urlano “Free Palestine” e “Rajieeb”, torneremo. A un’ora e mezza dall’inizio della partita tra Italia e Israele, è al suo culmine il corteo contro Israele e la nazionale di calcio israeliana per le strade di Udine.
Il presidente della comunità palestinese: “Gaza è peggio di Auschwitz e Birkenau”
Per le due ore e mezza della processione le casse pompano canzoni che inneggiano alla causa palestinese, la bandiera del Libano e quella della pace si aggiungono al corteo. Guidato da uno striscione eloquente: “Fuori Israele dalla Fifa”. Signore curiose si affacciano alle finestre della piazza, attirate dalla musica che rompe il silenzio del pomeriggio. Amer Hasan, presidente della Comunità palestinese del Veneto apre la sfilata con un discorso dai toni accesissimi: “No alla presenza di Israele nella nostra città, sono una squadra di assassini, molti di loro hanno ucciso bambini nell’esercito. Gaza è peggio di Auschwitz e Birkenau. E il 7 ottobre è una conseguenza dell’occupazione sionista”. E insomma.
Un momento di tensione per uno striscione
Unico momento di tensione, quando all’inizio del corteo un antagonista di Trieste ha fatto rimuovere uno striscione non gradito. Poi la marcia, sotto finestre da cui spuntano bandiere e bambini, ma pure qualche insofferente. Gli slogan si ripetono, dominano gli “assassino” all’indirizzo di Biden e Netanyahu. “Rispettate le attese” invece in termini di presenze. La questura conferma non più di 2000 partecipanti. Tanti giovani, molti appartenenti alla comunità palestinese. “Abbiamo chiesto alla Figc di poter dare in beneficenza il ricavato della partita ma non è stato possibile”, dice Giancarlo Ballotta, consigliere comunale del Pd. Più drastico Andrea Di Lenardo, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra – Possibile: “A Israele viene permesso tutto. La Fifa è stata rapidissima a escludere la Russia con l’inizio della guerra ma su Israele non prende posizione”. Concetto ribadito da un cartello: “Non è Fifa, è terrore”. Il carro sfila attraverso porta Aquileia, lì lo attendono due blindati, sei voltanti e l’elicottero. Il primo stop dopo più di un’ora e mezzo”Bannate Israele, squadra di riservisti, dalle competizioni dello sport. La Fifa deve intervenire, vogliamo giocare a calcio con chi condivide i principi di libertà e uguaglianza”, si ascolta. E questo sembra il motivo più ricorrente.