Quarant’anni fa, 5 luglio, di giovedì. Diego Armando Maradona: l’annunciazione. Anno domini 1984. Sessantamila al San Paolo. Per lui, solo per lui. Ore 18.31, cielo azzurro e limpido, non una sola nuvola. Tutto è segno per quelli che credono. La notte prima ha cenato a Capri, ristorante La Capannina, poi ha dormito con la fidanzata Claudia Villafane nella suite dell’hotel Vesuvio. Appare, finalmente. Pantaloni della tuta, t-shirt Puma, sciarpa del Napoli al collo, scarpe da ginnastica slacciate. I riccioli incorniciano un volto che è già icona. “Buonasera napolitani”. Il boato scuote il San Paolo. “Io sono molto felice di essere con voi”.
Quel pallone bianco calciato verso la curva sud
Prende un pallone bianco, lo calcia verso la Curva Sud, l’audience emotiva è altissima. Definitiva la sensazione dei napoletani: così felici non lo saremo mai più. El Pelusa ha 24 anni, da due sta a Barcellona, gli spagnoli l’hanno preso dall’Argentinos Junior per 15 miliardi di lire: nessuno ha mai speso tanto, nel 1974 i Cosmos di New York hanno pagato sei miliardi O’Rey Pelè. A Barcellona Diego si consegna al vizio. Cocaina. Sarà la sua maledizione. Ha litigato con Nunez, il presidente del Barcellona. Non sta bene, in campo lo picchiano, si è beccato pure l’epatite. Soprattutto: è al verde, il primo a convincerlo che è ora di lasciare la Spagna è il suo amico-agente, Jorge Cysterpiller, che: ha dato un’occhiata ai conti della Maradona Corporations e ha cominciato a preoccuparsi.
Il tira e molla tra Napoli e Barcellona
La trattativa tra Napoli e Barcellona è stata lunga, sofferta, estenuante, un tira e molla faticosissimo durato 53 giorni, dall’11 maggio al 30 giugno. Ad un certo punto il Consiglio direttivo del Barcellona si riunisce e vota: 15 voti favorevoli alla cessione, 4 contrari. Si fa, si fa. La chiameranno Operazione San Gennaro. E’ l’affare del secolo. Colpo magistrale, made in Ferlaino, con l’amichevole partecipazione delle banche napoletane, ma il copyright è di Totonno Juliano, l’uomo che più di tutti ci crede, ci prova, ci riesce. Viaggi segreti, telex, telefonate, sussurri e grida via stampa, astuzie da mariuoli, mosse e contromosse, depistaggi e furbizie assortite. Costo dell’operazione: tredici miliardi, bugia più bugia meno. MaradoNapoli. Eppure: poteva arrivare in Italia cinque anni prima, grazie a un’intuizione di Gianni Di Marzio. E’ il 1979 quando Di Marzio va a Buenos Aires, incontra Diego, gli regala la maglia del Napoli, lo invita a Capri, strappa un’opzione. Ma le frontiere sono chiuse, salta tutto, resta il rimpianto.
E anche la Juventus…
Vicina, c’era andata pure la Juventus. E’ di quei giorni un botta e risposta storico, tra l’Avvocato Agnelli e Giampiero Boniperti. L’Avvocato: “Mi hanno detto che in Argentina c’è un fenomeno: si chiama Maradona”. Boniperti: “Ma che nome è? Mi sembra una bestemmia”. La mattina del 5 luglio ha fatto le visite mediche, il pomeriggio ha tenuto la conferenza stampa. Momenti di imbarazzo quando un giornalista francese, Alain Chaillou, fa un riferimento ai soldi della camorra e a quelli spesi dal Napoli per lui. Ferlaino caccia il giornalista dalla sala. Il giorno prima dell’apparizione Maradona è in aereo, guarda di sguincio lo skyline del golfo di Napoli, chiede al clan che lo accompagna: “Me li fate mangiare gli spaghetti?”.