La tragica, terribile e grottesca vicenda della morte di Diego Maradona si arricchisce di un nuovo capitolo. Il processo ai sette imputati accusati di omicidio colposo, iniziato l’undici marzo scorso, è stato annullato e dovrà ricominciare da zero, in un’altra sede e con un diverso collegio giudicante. Questo perché uno dei tre giudici del tribunale di San Isidro, la dottoressa Julieta Makintach, ha autorizzato l’ingresso in aula di due cineoperatori che si apprestavano a girare alcune scene per un documentario dal titolo La giustizia di Dio, che doveva avere tra gli interpreti la stessa magistrata. «Il procedimento dev’essere dichiarato nullo e non avvenuto», ha disposto uno degli altri due componenti del collegio, Maximiliano Savarino, che insieme alla collega Veronica di Tommaso e alla stessa Makintach avrebbe dovuto scrivere la sentenza, al termine di un dibattimento che sarebbe comunque durato molti mesi con l’audizione di circa duecento testimoni. Invece niente: la giustizia, non di Dio ma più umilmente degli uomini, purtroppo dovrà attendere.
Morte Maradona, 7 imputati per omicidio colposo
Povero Diego senza pace. Morto il 25 novembre di cinque anni fa dopo indicibili sofferenze, in uno stato di grave incuria, abbandonato dai medici e dagli infermieri che avrebbero dovuto curarlo dopo un’operazione al cervello, Maradona attende verità e non solo giustizia. Il chirurgo che lo operò, Leopoldo Luque, e la psichiatra che prese in carico il campione, Agustina Cosachov, oltre ad altre cinque persone (uno psicologo, quattro infermieri e un dirigente sanitario) dovranno rispondere di omicidio colposo, reato che in Argentina viene punito con il carcere dagli 8 ai 25 anni. Nel corso delle prime, drammatiche udienze, erano state mostrare anche le immagini del cadavere di Diego, gonfio e quasi irriconoscibile. Un calvario supplementare, motivato da necessità processuali: ma ora quel processo non conta più nulla, ma l’oltraggio alla memoria resta.
Il documentario non autorizzato sulla morte di Maradona
«Non abbiamo parole, siamo distrutte» hanno dichiarato Dalma e Gianinna Maradona, le figlie che Diego ebbe dal matrimonio con Claudia Villafane. Com’è scritto nel dispositivo di annullamento del procedimento, «la giudice Julieta Makintach, coinvolta nella realizzazione di un documentario non autorizzato, non è intervenuta in modo imparziale e la sua condotta ha prodotto un danno sia per la parte querelante come per la difesa». In questi casi, per la legge argentina decade l’intero collegio giudicante, e tutti gli atti già messi a verbale è come se non fossero mai avvenuti. Ora bisognerà attendere i tempi tecnici per la riassegnazione del processo ad altra sede ancora da stabilirsi, e la nomina dei nuovi magistrati che dovranno rendere giustizia a Maradona e alla sua famiglia. Per nessuno di loro sembra esserci pace, né in vita né in morte.