Tra la Kings League e la Serie A, tra il calcio a sette e il ruolo di favorita dell’Inter, la possibile sorpresa Napoli, una Juventus rifondata ma ancora da affinare. Anni sui campi da calcio per Claudio Marchisio, prima di passare dietro la scrivania da responsabile di una lega. “Sono Head of Competition”, ci dice con serietà ma con il consueto sorriso, carica che ricopre per la Kings League di Gerard Piqué, l’esperimento calcistico e social che ha riscosso grande successo in Spagna e che è stata lanciata da poco in Italia. Una nuova esperienza per Marchisio, che guarda ancora con interesse al calcio italiano ma è pienamente coinvolto nell’esperimento a sette insieme ad altri suoi ex colleghi, da Buffon a Pirlo e Ibrahimovic.
Marchisio, lei è il Casini della Kings League. Di cosa si occupa?”Sono head of competition, il presidente di Lega. Mi ha chiesto un aiuto Gerard (Piqué), non solo professionale ma anche di esperienza, di essere il fratello maggiore dei presidenti, provare a stemperare gli animi perché succederà. Oltre alla mia professionalità, esperienza sulla passione, competizione e rispetto della rivalità”.
Ha convinto qualcuno dei tuoi amici ad entrare?”Vedremo, anche se ci sarà la possibilità di scendere in campo”.
Cosa l’ha spinta ad accettare?”L’innovazione. In Spagna è nato nel 2022 e la comunicazione di questo sport si è avvicinata molto alle nuove generazioni. Vediamo la difficoltà nel tenere alta la passione, il calcio e la Kings League possono essere complementari, cercare di imparare a vicenda”.
Sarà una competizione molto viva, esattamente come il campionato italiano. Se l’aspettava così?”Il campionato è entusiasmante, sicuramente. Non mi aspettavo una classifica del genere, vedevo Inter e il Napoli senza coppe un passo avanti. Invece la classifica è corta. Un bene, ma deve richiedere molta attenzione a chi punta alla Champions e allo scudetto: da qui a Natale chi sbaglia meno ne gioverà con l’anno nuovo, prima o poi la classifica si allungherà”.
Come vede la Juve?”Una Juve nuova, diversa, cambiata non solo per i giocatori e l’allenatore ma anche per le idee di gioco. Se sarà meglio o peggio lo vedremo più avanti, ho visto anche dal vivo partite che non vedevo da un po’ come a Lipsia, dove non ha avuto paura di subire in dieci, ma anche una squadra che si è persa con lo Stoccarda. Ci può stare, deve trovare equilibrio, ma sono fiducioso”.
Lei ha avuto Conte senza coppe. Il Napoli ha una marcia in più considerando questo aspetto?”Sulla carta l’Inter è la squadra da battere, anche avendo più competizioni ha l’esperienza per reggere il lungo percorso. Il Napoli ha un vantaggio, ma ha avuto due occasioni per allungare e non ce l’ha fatta”.
La Juventus dovrà tornare sul mercato in difesa. Ha consigli sui difensori?”No, credo che Giuntoli abbia la sua lista per aiutare Motta a superare gli infortuni che hanno colpito la difesa. Un innesto? Serve sicuramente, anche in attacco. Non solo per una questione numerica, ma anche per variare a volte quello che può essere il piano tattico di una partita e non giocare solo a una punta”.
Chi le somiglia in questa Juve?”Non voglio fare paragoni, non mi piace. Vorrei invece spendere due parole per un ragazzo che sta crescendo tanto come Cambiaso, sta compiendo un percorso importante da giocatore vero, deve crescere ma è sulla strada per diventare un grande giocatore”.
Cosa ci dice dell’evoluzione di Kean? Con il senno di poi l’avrebbe ceduto?”Se Kean gioca così e fa bene, e alla Juve non aveva queste prestazioni, credo abbia trovato la dimensione adatta, per lui e per la Nazionale. Non si diventa più maturi perché si fa più gol, ma perché si è in un meccanismo dove le sue qualità rendono meglio”.
Le piace l’Italia di Spalletti?”Con la Francia non è stata una bella prestazione, ma il percorso è giusto, visto che non abbiamo grandissimi talenti in Italia come in altre nazioni. Non è stata bella la partita con la Francia, ma lasciamo lavorare questo gruppo”.