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Martín Vázquez: “Real Madrid in difficoltà, vedo l’Atalanta favorita”

L’ex centrocampista dei Blancos e del Torino analizza la gara di stasera. Su Mbappé: “Impossibile dubitarne, ma anche Zidane ebbe difficoltà”

Membro della leggendaria Quinta del Buitre, Rafael Martín Vázquez è stato il numero 10 del Real Madrid pigliatutto della seconda metà degli anni ’80. Almeno in Spagna. In Europa, invece, quando la squadra che aveva in Emilio Butragueño il proprio simbolo era pronta a dare il salto di qualità, si ritrovò a dover fare i conti con il Milan più forte della storia, quello dei tre olandesi e di Arrigo Sacchi: «In realtà il 5-0 non fu difficile da dimenticare perché quando perdi contro un rivale che è più forte di te, non puoi farci molto e, quindi, non resta che congratularsi. Si tratta di una sconfitta che è rimasta molto di più nella memoria dei tifosi, mentre per quanto mi riguarda è stata molto più difficile da digerire quella rimediata con il Torino in finale di Coppa Uefa contro l’Ajax perché avremmo meritato di più», ammette l’ex baffuto centrocampista spagnolo che, durante la sua breve parentesi lontana dal Santiago Bernabéu, indossò la maglia granata tra il 1990 e il 1992.

E tra il Real Madrid e l’Atalanta chi è più forte in questo momento?

“In Europa, il Real non sta giocando ai suoi livelli, nonostante la Champions League sia la sua competizione per eccellenza. La squadra di Ancelotti arriva con tanti infortuni a Bergamo mentre l’Atalanta, oltre ad avere dalla sua il fattore campo, sta attraversando un ottimo momento di forma. Per tutte queste ragioni che può essere considerata favorita».

Le difficoltà del Real, però, non possono dipendere solo dagli infortuni…

“No, c’è anche il nuovo formato che, secondo me, non aiuta le grandi. Basta dare un’occhiata a quello che sta succedendo al Bayern Monaco o al Psg. Rispetto a prima, le partite sono molto più impegnative perché non hai solo tre rivali su cui concentrarti ma otto che, contro di te, giocheranno la partita della vita. Detto questo, è vero che, in questo momento, gli infortuni del Real sono davvero tanti e importanti. Non mi sembra che quando Ancelotti ne parla stia cercando scuse. Poi, è chiaro che il livello di esigenza che hai al Real Madrid è altissimo. In Liga sono a due punti dal Barça con una partita in meno e, quindi, virtualmente primi. Ciononostante c’è chi parla di crisi. Ora, in Champions c’è l’Atalanta che ha vinto l’Europa League ed è capolista in Serie A. No, non sarà semplice, ma è anche vero che è nei momenti di difficoltà che viene fuori il vero Real Madrid. Possiamo aspettarci di tutto”.

A Bergamo rivedremo Rodrygo e Vinicius. E Bellingham è di nuovo quello dell’anno scorso. Notizie di Mbappé?

“Giocare nel Real Madrid non è facile per nessuno. Ci sono tanti esempi di grandi giocatori che hanno avuto bisogno di un periodo di adattamento, affrontando alcune difficoltà all’inizio per la pressione e per tutto quello che rappresenta il Real. Dubitare di un giocatore del suo livello, però, mi sembra assurdo. È già successo a Zidane: Kylian ha solo bisogno di tempo, quello necessario ad adattarsi a un modo di giocare diverso”.

Il maggior pregio dell’Atalanta?

“Quello di essere riuscita a diventare un club modello, un esempio di come si debba lavorare per far bene. Hanno confermato la loro fiducia allo stesso allenatore per molti anni e, così, anche se vendono un giocatore di livello, quello che arriva al suo posto riesce a fare in modo che non si noti la differenza. E questo è molto importante perché non è facile. Stanno lavorando bene a tutti i livelli e questo si riflette in campo”.

Lei e l’Atalanta avete un allenatore in comune: Emiliano Mondonico.

“Beh, con Emiliano ho passato due stagioni al Torino e la verità è che sono stati due anni molto belli, indimenticabili. Abbiamo vinto l’Intertoto il primo anno, entrando in Coppa Uefa dove l’anno successivo siamo arrivati in finale perdendola, però, contro l’Ajax nonostante meritassimo di più. Allo stesso modo, in campionato siamo arrivati prima quinti e poi terzi in un torneo molto difficile, con squadre molto forti come Juventus, Inter, Milan e Sampdoria. Mondo lo ricordo con grande affetto e purtroppo con è più qui con noi. Era un allenatore che sapeva tirare fuori il meglio dalle proprie squadre e aveva un grande carisma. Manca tanto e non mi sorprende affatto che sia una persona ancora molto amata sia a Torino che a Bergamo”.

Da vecchio cuore granata come vive le difficoltà della Juventus?

“Avevano iniziato bene, ma poi non sono riusciti ad avere la continuità necessaria a questi livelli. Ma del resto ci sono tanti nuovi giocatori e un allenatore appena arrivato dopo aver fatto un’ottima stagione a Bologna. Insomma, c’è bisogno di un normale periodo di adattamento. E non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi anni, il livello della Serie A si è alzato sensibilmente come abbiamo avuto modo di constatare nelle competizioni europee. Penso che quello italiano sia un campionato molto bello ed equilibrato”.

Non sarà facile contro il City, sebbene nemmeno Guardiola se la passi bene.

“Con Pep abbiamo fatto il corso di allenatore assieme. Per il City vale quello che dicevo prima per il Real Madrid. Il livello di esigenza nei confronti dei top team è talmente grande che se perdi due partite consecutive si parla già di crisi…”.

Ma loro ne hanno perso cinque di fila…

“Non c’è dubbio che questo sia un momento delicato, ma sono sicuro che sapranno come superarlo perché il City ha grandi giocatori. Non puoi rimanere tutto l’anno a un livello di prestazioni pari a 9 o a 10. Ci sono momenti in cui scendi a 7. Quello che importa è non scendere a 7 nei momenti in cui si decide la stagione”.

Bisogna arrivarci vivi, però, a quei momenti.

“Vero. Sia per il City che per il Real che, attualmente, si trova in una situazione in cui non può permettersi nessun altro errore, pena l’eliminazione. E, considerato che stiamo parlando della squadra campione d’Europa in carica, sarebbe davvero incredibile se dovesse succedere”.

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