È stato un turno ricco di situazioni rilevanti, anche per questioni andate oltre il calcio. Far giocare Atalanta-Lecce dopo la scomparsa del fisioterapista della squadra salentina tre giorni prima è stata una vergogna. Ma ormai il calendario nazionale e internazionale è insostenibile. È pazzesco non poter concepire una pausa per quello che è successo. Nonostante ciò, non ho sentito prese di di posizione da parte di giocatori importanti, come una volta invece per esempio facevano i Rivera, i Maradona, i Platini. Dai giocatori attuali zero critiche, mentre Infantino con il Mondiale per club e Ceferin con la Champions sempre più lunga fanno ciò che vogliono indisturbati.
Sul calendario aveva ragione Platini
Aveva ragione Platini – ultimamente assolto da tutte le accuse – che quando era presidente dell’Uefa e dirigente della Fifa si batteva in tutte le maniere di mitigare questa deriva pazzesca. Io spero che prima o poi qualcuno si rifiuterà di andare al Mondiale per club, tra l’altro Ancelotti aveva anche accennato a una protesta del genere. Ma a parte il singolo, ci vorrebbe una associazione seria che facesse quadrato per far parlare di questo problema. Io stimo Gravina, ma quando è stato eletto presidente della Figc (lui è anche vicepresidente Uefa) ha promesso una riforma dei campionati che stiamo ancora aspettando. Secondo me un torneo a 18 squadre darebbe un grosso sollievo: 4 partite in meno significa un mese per tirare il fiato. E tutto migliorerebbe.
Inter, la sorpresa negativa
Passando al calcio giocato, sono sorpreso dall’Inter. Non mi aspettavo che perdesse con Bologna e Roma, probabilmente ho avuto troppa fiducia nella squadra di Inzaghi. Detto ciò, le partite importanti le puoi perdere ma non le puoi sbagliare. E l’Inter le ha proprio sbagliate: il secondo tempo con il Milan e quello con il Bologna, il gol preso dalla Roma dopo tre rimpalli. Errori gravi, ridicoli per una grande squadra. Ai nerazzurri è mancata la forza per vincere le classiche partite che giochi male, ma delle quali vieni a capo martellando agonisticamente più degli altri. Invece sono stati gli altri che a mettere quella intensità maggiore che ha annullato il gap tecnico.
A Inzaghi serviva un sostituto di Acerbi
Poi, va riconosciuto, è mancata la fortuna. Nei due mesi più importanti un sacco di guai, e se i 4 o 5 uomini più importanti sono logorati fisicamente e mentalmente, allora è un problema. Domenica Lautaro sembrava un uomo che si aggirava per il campo più che uno dei migliori attaccanti del mondo. L’assenza di Thuram è stata pesante: è l’uomo che in attacco regge il gioco, l’ho sempre detto anche quando era presente e la squadra girava in tutti i reparti. Inoltre Acerbi non è più quello che non sbagliava una partita: detto con il senno del poi, lo sbaglio del club è non averne trovato un sostituito all’altezza.
A Barcellona difesa vecchio stile e contropiede
Ora il Barcellona, la gara più difficile per reagire. Ai catalani mancherà Lewandowski, ma non c’era neanche sabato nella strepitosa finale di Coppa di Spagna vinta contro il Real Madrid. Del resto il limite di fasciarci la testa se manca qualche giocatore chiave è tipico solo del nostro calcio. Sarà ovviamente una gara difficilissima: l’Inter ne può uscire bene con difesa vecchi tempi e contropiede. Il Barcellona difende altissimo e ti dà 50 metri di campo, solo che bisogna avere le gambe per andarlo a occupare.
Napoli, l’importanza di avere Politano
Una situazione ben diversa la sta vivendo il Napoli, che ha dimostrato di avere in squadra gente che ha già vinto (in sette hanno conquistato lo scudetto due anni fa) e ha ritrovato fame di vittoria. E poi c’è questo fenicottero, McTominay, che ha una intelligenza tattica inusuale per il calcio scozzese. Quelli del Torino erano concentrati su Lukaku, ma al Napoli fanno gol tutti. Il giocatore più determinante dell’anno secondo me è Politano: non solo per gli assist, ma per quello che fa anche in difesa. Ho sentito inoltre commentatori, miei ex compagni, giornalisti, che parlavano di 4-3-3. Conte ha un piano tattico che consente gli inserimenti di McTominay, ma 4-3-3 esiste solo se hai due ali pure e un centravanti. Comunque Spinazzola è un bel valore aggiunto: tecnicamente è tornato lo stesso della nazionale che ha vinto gli Europei, e fisicamente è abbastanza ritrovato.
Imbarazzante il Torino in maglia salmone
Nel complesso, tutti i giocatori di Conte sono andati al massimo, anche perché di fronte avevano un Torino che ha giocato a due all’ora, ha fatto proprio da sparring. Io poi capisco tutto: santi soldi, sante marche, santo tutto, però il Toro in maglia color salmone non poteva che giocare così…