In Italia, con la fregola di dover vincere sempre e per forza, restare anni con lo stesso allenatore come accaduto con Wenger all’Arsenal o con Ferguson al Manchester United è quasi impossibile. Solo Gasperini di fatto ha aperto un ciclo pluriennale con l’Atalanta. Io da uomo di calcio, fossi stato in Inzaghi sarei rimasto all’Inter, ma ringiovanendo molto la rosa. Insomma, avrei fatto un percorso alla Wenger, ma è giusto fare delle precisazioni. E’ chiaro che se Inzaghi sceglie un calcio minore – e lo dico con tutto il rispetto – dopo essere arrivato al top di una finale di Champions League, è per motivazioni economiche. Ho parlato di Wenger e Ferguson, però per loro è stato oggettivamente più facile restare: non ricordo infatti che nessuno avesse offerto loro 50 milioni per due anni. Perché io tra 4 e resto nel grande calcio e 8 e vado in quello minore scelgo la prima soluzione. Ma tra 4, o 5 o 6 e 25…. L’offerta dell’Al Hilal è una tentazione che va oggettivamente al di là del bene e del male.
Il lavoro del successore di Inzaghi
Resta la sconfitta con il Psg, di quelle che lasciano il segno. Ora la palla spetta al successore di Inzaghi, che sembra possa essere Fabregas. L’Inter non ha più un dribblatore, uno che salta l’uomo… L’esempio da prendere, anche se detto adesso sembra facile, è Luis Enrique: ha venduto i migliori, ha preso giovani bravi mettendoli al centro di un grande progetto tecnico.
Ma gli ultimi 4 anni restano indimenticabili
Ribadisco anche, come scritto tutto l’anno, che il percorso conta più del traguardo, e quindi do 8 alla stagione dell’Inter. Bisogna avere le palle per non mollare niente e cercare di vincere tutto. E chi può dimenticare gli ultimi 4 anni dell’Inter? Nessuno. Ricordo anche ai tanti che prendono in giro, che coloro che non hanno mai l’opportunità di vincere non vinceranno mai…
Una differenza fisica imbarazzante
Poi certo, la partita con il Psg è stata imbarazzante e Inzaghi qui mi ha sorpreso – per una volta negativamente – nella lettura. La dote migliore di un allenatore (e lui la possiede) è saper leggere bene ciò che succede e trovare rimedi. Ovvio che fosse difficilissimo, perché a livello di condizione fisica (non tecnica, sia chiaro) sembrava una squadra di A contro una di Lega Pro. Però la palla a Sommer non la doveva passare più nessuno visto che i francesi lo pressavano senza respiro. Il difensore di turno doveva subito buttarla in avanti senza continuare a giocarla sul portiere.
Dimarco emblema della sconfitta
Poi è chiaro, ribadisco, che la differenza l’ha fatta la condizione fisica. Barella, Calhanoglu tanto per citarne un paio, sono spariti subito. E poi Dimarco, giocatore che stimo proprio nella forma di pensiero mentre gioca. Non è riuscito a fare niente. Si è girato sul tiro di Doué in occasione del secondo gol, cosa inammissibile in una finale di Champions. E nel primo ha tenuto in gioco tutto il Psg. Insomma, le parole di Marotta (“Ci hanno surclassato”) sono la foto perfetta della partita. Vorrei anche sottolineare la grandezza umana di Luis Enrique, che al giornalista che gli chiedeva della figlioletta, ha risposto di non aver bisogno di vincere la Champions per ricordarla essendo lei sempre presente nel suo cuore. Una risposta che è una mazzata alle banalità che accompagnano il calcio.
Confermo: Gasperini inadatto alla Roma a meno che…
A proposito di Gasperini, confermo quanto scritto qualche settimana fa, quando ho consigliato a Ranieri di non sceglierlo. A Dybala ad esempio darei un altro consiglio, di andarsene. Nel gioco uno contro uno non ce lo vedo proprio. Quindi le cose sono due. Gasp resta Gasp e fa un mercato rivoluzionario cambiando tanti giocatori. Oppure cambia modo di giocare, e allora Dybala da seconda punta potrà garantire una ventina di partite di alto livello.
Allegri risolverà i problemi del Milan
Non vedo l’ora di vedere Allegri al Milan, alle prese con una squadra al momento squilibrata tatticamente: il mio parere è che saprà risolvere tutti i problemi. E mi stuzzica anche Tudor: rimarrà alla Juve e la scelta la condivido. Secondo me è un signor allenatore.