Prima di parlare di calcio vorrei fare questa riflessione. Se ho una azienda che va male e caccio l’ad, alla prima riunione importante non gli posso chiedere di venire con me. Ma che figura indegna è? È evidente che tra Spalletti e Gravina è successo qualcosa che noi ignoriamo. Pensare a Spalletti che non va su tutte le furie e dice pure grazie… Pensare a Gravina che non si dimette perché dice che i delegati lo hanno votato… Ma scherziamo?
Ranieri ha fatto bene a dire no, meglio restare re di Roma
Il presidente federale ha esonerato l’allenatore, manco fosse Rozzi o Zamparini, tanto per citare un paio di presidenti dal licenziamento facile. Ma è possibile che in una partita comunque importante come quella con la Moldova sia stato mandato in panchina un esonerato? Quanto all’ipotesi Ranieri, ha fatto bene a rifiutare. A Roma è un re, per quale motivo doveva andare a complicarsi la vita? In ogni caso, chiunque arrivi in panchina, siamo al ridicolo.
Capello fuori luogo: perdere non è vilipendio alla bandiera
Quello che però dà più fastidio sono certi toni. Si può giocare male quanto si vuole, ma Fabio Capello – del quale ho sentito vari interventi – non può trattare i calciatori come se fossero i più grandi traditori della patria. E anche le facce a lutto di Adani e Stramaccioni alla Rai dopo la sconfitta con la Norvegia. Ragazzi, mica stiamo parlando della fine del mondo. Prendete esempio da Luis Enrique, che quando gli chiedono della figlioletta dopo una partita di calcio (è stato così dopo la conquista della Champions) invita a non mischiare il pallone con se cose serie. Insomma, per parlare male dei giocatori non bisogna chiamare in causa il vilipendio alla bandiera. E allora mi viene di difenderli questi calciatori. Perché per quanto possa essere stata vergognosa la prestazione calcistica in Norvegia, sono certo che gli emigrati italiani nel mondo stiano pesando ad altro. E torno a Capello, che parla così di quello che è successo a Spalletti. Ma ricordo che lui – grande tecnico a livello di club – con le nazionali di Inghilterra e Russia, con signori giocatori (almeno nel primo caso) non ha vinto niente rimediando più di una brutta figura.
I giocatori hanno provato a onorare la maglia, ma sono scarsi
Partite inguardabili le abbiamo giocate tutti, e perdere in quel modo in Norvegia non è stato onorevole. Ma non bisogna andare oltre i confini del calcio. Se diciamo ai giocatori che non si sono impegnati e non hanno onorato la maglia, facciamo loro solo un favore perché nascondiamo la realtà. E la realtà è che sono scarsi. E anche con Capello in panchina l’Italia non farebbe meglio. Questo è il punto.
Il calcio va riformato. Nessuno insegna più la tecnica
Mi dispiace, ma se anche andiamo ai mondiali così, se il movimento è questo, se nelle big della A i migliori sono stranieri in tutti i reparti, il nuovo ct cosa mai si potrà inventare? Semplice come risposta: niente. E come se ne esce? Giocando bene, ma il discorso va fatto partire da lontano. Deve cambiare il movimento, il modo di pensare a partire dai settori giovanili, che andrebbero impostati sulla tecnica e non sulla tattica. Io ho fatto il corso di allenatore fino alla serie D, l’ho voluto fare per cercare di capire. Onestamente ho incontrato un istruttore meraviglioso, una persona fantastica che però doveva seguire precise linee guida. Che sono ridicole. La parte tecnica è irrisoria. Tutta teoria, fuffa, numeri, schemi, cavolate. Ma stop e tiro in porta? Sono queste le cose che vanno insegnate. E invece andiamo avanti con passaggi e passaggetti, con il portiere che gioca più palloni del centravanti. Un sistema di gioco che non mi piace, e almeno in questo sono d’accordo con Capello.