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Matri: “Ben vengano quarantenni come Modric. Juve-Inter finirà 2-1, Vlahovic determinante per Tudor”

L’ex attaccante della Juventus: “Non punto il dito sui vecchietti, il talento non ha età. Il Napoli resta favorito per lo scudetto, la garanzia è Conte. Sono curioso di vedere che impatto avrà Chivu all’Inter, la Juve ha un grande attacco, il Milan è da prime quattro”

MILANO – Alessandro Matri, è vero che al pallone stava preferendo la bici?

“Ho iniziato da bambino a pedalare. Papà era il presidente della squadra del paese (Graffignana, in provincia di Lodi ndr), anche mio zio e mio fratello correvano, quindi mi sono detto: provo anche io, sarà bello. Intanto giocavo a calcio con gli amici, poi a 8 anni i miei mi hanno detto: ora scegli. Promettevo bene, ma ho deciso di continuare con lo sport più bello e meno faticoso. Però ogni tanto in bici vado ancora”.

Si è ritirato nel 2020, a soli 35 anni. Quest’estate in serie A sono arrivati diversi campioni vicini ai 40. Cosa è cambiato?

“Il mercato gira attorno ai soldi, i giovani vanno dove ce ne sono di più. Leoni ha fatto mezza stagione con il Parma mostrando le sue qualità, e il Liverpool l’ha preso per 35 milioni. Bisogna rischiare di più con i ragazzi, andarli a pescare presto, quando giocano in serie B, altrimenti i costi diventano proibitivi per i nostri club. Però non punto il dito sui vecchietti. Ho visto le prime partite di Modric, ben vengano i quarantenni così. Il talento non ha età”.

Le piace il campionato che riparte questo weekend dopo la pausa per le nazionali?

“C’è più equilibrio al vertice rispetto a dodici mesi fa. Il Napoli è favorito per lo scudetto, Conte ha costruito una macchina solida con una rosa larga che gli permetterà di assorbire la fatica delle coppe”.

Può aprire un ciclo?

“Antonio è capace di grandi imprese, come portare il Napoli dal decimo al primo posto in un anno. Il lavoro con lui è veramente faticoso, e io ne so qualcosa (ride, ndr). Chiede tanto ai suoi giocatori, dopo un po’ ti logora. Ha cambiato la mentalità del presidente De Laurentiis, ma storicamente il mister non è uno da percorsi lunghi”.

Dietro il Napoli chi c’è?

“Inter, Juventus e Milan. I nerazzurri sono la squadra più forte come individualità. Sono curioso di vedere che impatto avrà Chivu col passare delle giornate, se sarà in grado di incidere sulla testa dei giocatori. Dopo la sconfitta con l’Udinese, la partita con la Juventus è già un importante banco di prova”.

Da ex attaccante, come valuta la scelta di trattenere Pio Esposito?

“Allenarsi con grandi campioni ti fa crescere, ma ho paura che trovi poco spazio. Non è facile incidere quando subentri dalla panchina per pochi minuti, se sbagli un paio di partite arrivano le critiche. Attorno a lui c’è una bella atmosfera, spero rimanga e che non venga messo in discussione se avrà delle difficoltà”.

Come vede il derby d’Italia di sabato?

“Ci arriva meglio la Juve, ha il morale alto e sei punti in classifica. Azzardo il risultato: 2-1 per i bianconeri”.

Si sono rafforzati sul mercato?

“Hanno costruito un grande attacco. Tudor ha un’ampia scelta, sta riuscendo pure a rivitalizzare Vlahovic e ha recuperato Bremer, il faro della difesa che è mancato l’anno scorso”.

Quale è il suo tridente ideale per la Juve?

“Yildiz e Zhegrova alle spalle di Vlahovic. Dovesse continuare così, Dusan sarà un’arma determinante per Tudor. A me è sempre piaciuto, i suoi gol non li ha mai fatti mancare. So che a giugno andrà in scadenza di contratto, ma penso abbia ancora margini di crescita, un potenziale inespresso”.

Il Milan?

“Ha cambiato tanto, sono andati via due grandi giocatori come Theo Hernandez e Reijnders. Però li hanno sostituiti con profili interessanti, penso riusciranno ad arrivare tra le prime quattro”.

Il suo più grande rimpianto da calciatore?

“Non aver giocato la finale di Champions del 2015 tra Juventus e Barcellona. Stavo bene fisicamente, avevo segnato in Coppa Italia pochi giorni prima. Davanti a me c’erano Tevez, Morata e Llorente, ma speravo di andare almeno in panchina. Sarebbe stato emozionante giocare anche solo 5 minuti in una partita del genere”.

Dopo il ritiro si è diviso tra il lavoro da dirigente, commentatore in tv tra Dazn e Mediaset e quello di papà delle sue due figlie, Sofia e Beatrice. Quale è il più complicato?

“Essere padre, non sai mai se fai la cosa giusta. È sempre più difficile crescere delle bambine, l’ambiente che ci circonda sta diventando pesante”.

È molto protettivo con loro?

“Sì, anzi sono ansioso, e probabilmente sbaglio. Ma me le godo tanto, abbiamo un bellissimo rapporto”.

Con Federica Nargi state insieme da 16 anni: quale è il vostro segreto?

“Non ci sono formule magiche. Credo sia importante trovare un equilibrio, capirsi a vicenda e aiutarsi nei momenti difficili. Non siamo la famiglia del Mulino Bianco, abbiamo avuto i nostri problemi. Ma li abbiamo superati insieme. Abbiamo tante cose in comune e stiamo bene uno accanto all’altro. Questa è la base del nostro amore”.

Federica è stata protagonista l’anno scorso a Ballando con le Stelle. Le hanno mai proposto un programma del genere?

“Qualcosa di simile, sì. Ogni tanto arriva una chiamata dalla tv, mi faccio coinvolgere solo se ho lo stato d’animo adatto”.

Progetti per il futuro?

“Tenere la mia famiglia al primo posto. Ogni scelta che farò sarà innanzitutto legata a Federica e alle mie figlie. Mi auguro ci sia anche altro, ma viene dopo di loro”.

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