Difficile capire cosa si possa chiedere di più a un calciatore del 2004 che decide con un suo gol l’andata dei play-off di Champions League. Secondo Thiago Motta, allenatore della Juventus e di Samuel Mbangula, match winner della partita, nulla: “Non ha segnato solo il gol – ha spiegato a fine partita l’allenatore bianconero -, ma sono molto soddisfatto, non puoi immaginare quanto. Va a pressare il portiere, il terzino, riparte in contropiede. Sbaglia e continua. Va a fare gol. Cosa posso dire?”. Un punto di vista non condiviso dal 21enne belga qualche minuto prima, quando a caldo ai microfoni di Sky era stato il suo critico più spietato: “Non sono contento, ho fatto il gol che permette di vincere, ma non sono contento del mio ingresso, posso fare molto meglio e non ci sono scuse per questa prestazione”.
La prova di Mbangula, tra gol e coperture difensive
La verità, probabilmente, sta nel mezzo, anche se segnare il gol della vittoria in quel momento, con la Juventus in affanno e facendosi trovare pronto per il tap-in, non può che essere meritorio. Mbangula ha sbagliato qualche dribbling e qualche controllo, ma tutto ciò è giustificabile per il momento in cui è entrato in campo e per la situazione emotiva della squadra in quel momento: “Samuel è un 2004 che lo scorso anno era nella Next Gen e ora sta dando una grossa mano – è la considerazione di Motta -. Abbiamo bisogno di un giocatore così, che lavora sempre bene, con il giusto atteggiamento. Sono contento che non sia soddisfatto della sua prova, significa che la sua ambizione è massima. Poi quando fa gol, visto che è un attaccante, è molto meglio”.
Quello che spesso non finisce sugli highlights delle partite, sono le giocate in copertura, i raddoppi, le palle recuperate: due passaggi intercettati, due tiri in porta, uno salvato sulla linea dalla difesa olandese pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, tanto lavoro di copertura su Bakayoko, entrato a partita in corso.
Il gol all’esordio contro il Como
Quest’estate, durante il ritiro tedesco di Herzogenaurach, era impossibile immaginare una stagione a tali livelli da parte del giovane esterno classe 2004. Qualche partita sopra le righe in Next Gen ma poco altro: invece fin dalla prima amichevole stagionale con il Norimberga, Motta ha puntato su di lui inserendolo in pianta stabile nella rosa della prima squadra. Confermandogli la fiducia anche dopo che il mercato aveva portato a Torino, negli ultimi giorni, calciatori come Conceicao e Nico Gonzalez: il gol con assist all’esordio contro il Como, prima rete del campionato della Juventus, i due assist della partita successiva a Verona, prima del fisiologico rallentamento.
La crescita esponenziale di Mbangula
Nonostante ciò, Motta l’ha usato spesso come soluzione in casi di necessità: subentrato con il Bologna, ha segnato il gol del pareggio al 92’, rete che oggi pesa molto nella corsa Champions. Quel che fa brillare gli occhi a Motta è la capacità di calarsi nella partita, sacrificandosi quando necessario e attaccando in uno contro uno gli avversari, chiedendo sempre tanto, a volte troppo, a sé stesso: “Sono contento che non sia contento, vuol dire che l’ambizione c’è – ha aggiunto dopo la partita con il PSV -. Posso immaginare il perché. Ha commesso qualche errore nel controllo, nel dribbling, dove giustamente i tifosi possono avere una reazione”. Nonostante gli errori, il sorriso bianconero dopo l’andata dei play-off Champions porta la sua firma.