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Mbappé e la sfida all’Italia: “Noi e loro abbiamo giocato un brutto Europeo, ora dobbiamo riconquistare i francesi. Il ritorno al Parco dei Principi non mi preoccupa”

L’attaccante del Real capitano dei Bleus nella sfida agli azzurri di Nations League: “Con Ancelotti a Madrid sto benissimo”. Deschamps resta sotto tiro

PARIGI – Dovete riconquistare i francesi? “Forse”. La domanda aleggia sul Parco dei Principi, ma il vero destinatario è soprattutto uno e la risposta è chiara: in questa partita con l’Italia Kylian Mbappé sarà l’osservato speciale dei suoi stessi connazionali. Era tanta l’attesa per le parole del capitano della Francia, transfuga al Real Madrid, dopo l’Europeo non da protagonista. In Germania le sue prese di posizione politiche contro l’estrema destra, alla vigilia delle elezioni, ne avevano confermato la capacità di non tirarsi indietro, su nessun argomento. Qui, tre mesi dopo il suo divorzio dal Psg con strascichi legali (l’imminente udienza davanti alla Commissione della Ligue 1, l’11 settembre, per la causa sui 55 milioni di euro che vuole vedersi riconosciuti), gli argomenti sono stati più calcistici, ma ugualmente scabrosi per chi, sotto sotto, viene accusato di avere tradito la Francia: “Sono molto contento a Madrid, sta andando bene. Abbiamo già vinto un trofeo, la Supercoppa europea, e va sempre meglio a livello di prestazioni. Ma quando vengo qui, con la Francia, ho le stesse energie e la stessa voglia di prima, per la mia Nazionale”. Il ritorno al Parco dei Principi è un evento di per sé e dribblare le polemiche non è semplice: “Non so quale accoglienza avrò, ma non è questo l’importante. La verità è che al Psg auguro tutto il meglio: è un club che mi ha dato tanto, ho passato qui sette anni meravigliosi e di questo stadio ho ricordi bellissimi. Barcola? È un grande talento e un ottimo ragazzo. Quando non farà gol, non gli risparmierete le critiche. Intanto sta acquisendo sempre più sicurezza in se stesso e questa è una bella notizia per il Psg e per la Francia”.

Mbappé contro la critica

Senza cercare alibi, quasi di sfuggita, Mbappé ricorda che il suo Europeo così e così ha avuto una causa fisica, la frattura al naso, con la fastidiosa maschera da indossare, che ne ha condizionato il rendimento: “Ormai non ho più il naso rotto, mi sento bene fisicamente e mentalmente. Andrà meglio di partita in partita. Posso giocare in tutte e tre le posizioni dell’attacco, non c’è problema. Si tratta solo di adattarsi alle richieste dell’allenatore”. Con Ancelotti al Real il rapporto è già ottimo, col ct Deschamps è collaudato. Con la critica, invece, è in altalena: per un fuoriclasse esiste quasi l’obbligo della vittoria: “Sono arrivato a un punto della carriera in cui i giudizi della gente sono l’ultimo dei miei pensieri. Non si possono accontentare tutti. L’essenziale è essere a posto con la propria coscienza e sapere tu se hai giocato bene o male”. Per un campione, argomenta, l’ossessione non è tanto la vittoria quanto l’idiosincrasia per la sconfitta: “L’ho detestata per tutta la mia vita e continuo a farlo. Per noi tutti qui nulla è più importante di questa maglia. Quando abbiamo vinto la Nations League, tornato a casa, non ho avuto la sensazione dell’impresa. Mi sono detto: ok, abbiamo vinto. Invece, quando l’abbiamo persa, è stata la fine del mondo”. Dell’Italia come avversaria ha rispetto: “Parlerò tra poco con Donnarumma. Noi non abbiamo giocato un grande Europeo e neanche loro. Ma l’Italia è un Paese di calcio e i grandi giocatori, sulla singola partita, si possono risvegliare”.

Deschamps sotto tiro

Il ct della Francia, malgrado i risultati complessivamente eccellenti, resta nel mirino della critica per il gioco. All’Europeo Deschamps è finito sotto accusa per la scarsa efficacia dell’attacco, quasi un paradosso dati i nomi di chi lo compone. Ma il commissario tecnico francese, in carica dal 2012, è abituato alle schermaglie coi detrattori: “La logica è sempre la stessa: essere più pericolosi dei nostri avversari, ma poi dipende appunto anche dell’avversario. All’Europeo la nostra mancanza di concretezza sotto porta ci ha penalizzato, anche se siamo comunque arrivati in semifinale. Questo è un altro contesto, ma le partite di Nations League non sono amichevoli, sono sei e le dovremo sfruttare per migliorare”. Questa con la Nazionale di Spalletti, secondo Deschamps, contiene più di una trappola: “L’Italia è sempre l’Italia, una grande rivale. Spalletti ha fatto tanti cambiamenti, dopo l’Europeo, non posso certo giudicarli”. Tra le assenze nella Francia spicca quella di Rabiot, rimasto senza squadra dopo la scadenza del contratto con la Juventus: “Aveva il 100% di possibilità di scelta e ha avuto tante offerte, ma non ha ancora trovato quella che lo soddisfazione. Spero che succeda in fretta, per poterlo riavere presto qui”. In compenso ci sono tre volti nuovi: il romanista Koné, Badé e Olise, protagonisti alle Olimpiadi: “Erano con Henry ai Giochi, li accomuna la capacità di non sentite la pressione. Avranno le loro tappe di crescita”.

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