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Mbappé, un kolossal in scena al Bernabeu. Ora Ancelotti dovrà gestire un meraviglioso problema

Un 75mila per l’accoglienza al fuoriclasse francese. Ora starà al tecnico trovare l’alchimia per incastonare le gemma tra gli altri campioni dei Blancos

Un kolossal d’altri tempi, con uno sfarzo un po’ pacchiano che oggi non si permette quasi più nessuno. Del resto, la crisi. O forse è la seconda stagione della serie Galacticos, magari la terza. Dopo il Real del Ronaldo brasiliano (e di Zidane, di Figo, di Beckham), stagione 1, e quello del Ronaldo portoghese, stagione 2, la terza serie del Real interplanetario propone finalmente Kylian Mbappé al centro della scena. A Madrid lo attendevano da almeno quattro anni, il padrone Florentino e gli emiri lo hanno tirato a lungo per la maglietta, alla fine la parola “sogno”, vinavil retorico che mai tradirà, ha incollato il francese al Bernabeu. Francia contro Spagna, vi ricorda niente? Anche stavolta, anche qui vincono le Furie, ma non sono rosse, e soprattutto la vittoria consiste nel portare a Madrid proprio il pezzo più pregiato di Parigi.

Senza la poesia di Maradona che sbuca dal ventre del San Paolo e comincia a palleggiare, lo stadio madridista convoca comunque 75 mila persone (per la presentazione di CR7 erano state 80 mila…) in un evento di massa senza alcun gol: neppure un biglietto disponibile e soltanto per esserci, per vivere il debutto di questo cuore così bianco che bacia lo stemma amato dal dittatore Franco, e che parla subito spagnolo per raccontare, va da sé, el sueño. «Mi sono addormentato per tanti anni, da bambino, sognando un giorno di vestire questa maglia e adesso è tutto vero. Ai più piccoli voglio dire che a volte i sogni si avverano».

Un kolossal per dimenticare l’Europeo sbiadito

Scene, costumi, trucco e parrucco per un asso del football forse un po’ intristito dall’Europeo lasciato presto, con il naso rotto e con una sola rete segnata, su rigore. Non come al mondiale 2018 che Mbappé vinse scintillando, era lui allora il ragazzino del futuro, ora ci sono Lamine Yamal e Nico Williams da quelle parti della storia. Il più nominato campione al mondo ha appena compiuto 17 anni, mentre il cuore così bianco (Javier Marías scrisse pagine memorabili anche sul Real) a dicembre ne compirà 26, senza il Pallone d’Oro che con ogni probabilità stringeranno altri, quasi certamente uno spagnolo di sangue mentre Mbappé lo è d’adozione.

Quant’è veloce il tempo, pare uno scatto di Kylian per superare Kylian. Doveva essere la sua stagione, a Parigi non è accaduto e in Germania nemmeno. Nel frattempo, Mbappé ha avuto modo di schierarsi con coraggio in quell’appello al voto contro il rischio della deriva di destra. Dunque, Kylian ha vinto le elezioni ma ha perso la partita, molto bersagliato da Le Pen e soci: pensasse a giocare, quel milionario privilegiato. Lui ora ci penserà, ma altrove. Se ne parla da così tanto tempo, che quello di Mbappé al Real sembra quasi un ritorno a casa.

Un meraviglioso ‘problema’ per Ancelotti

L’evento glamour del Bernabeu ha avuto momenti da brivido, bello il filmato del bambino Mbappé che entrava nel tempio naturalmente sognando, invitato a suo tempo da Zidane che stava sul palco pure ieri, nel ruolo di Zidane. Esaurite le molte parole e le moltissime luci, ora Florentino Perez dovrà gestire la sua scuderia di fenomeni e Ancelotti metterli in campo. Meraviglioso normalizzatore, Carletto sarà ben felice di risolvere questo problema: Mbappé che scambia la palla con Vinicius, mentre Bellingham si propone al centro. Forse hanno già creato la Super Lega con una squadra sola, l’immaginifico Real campione d’Europa anche senza Kylian, e figurarsi prossimamente. Come li fermeranno? Si ferma il vento?

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