NAPOLI — Dalla Premier League alla Serie A, dal Nord al Sud. Emigrante? Affatto, e nemmeno all’incontrario. “Un lavoro ce l’avevo già, sto cambiando vita soltanto per viaggiare, conoscere”, per dirla con la celebre battuta di Massimo Troisi nel film Ricomincio da tre. Tre come i gol realizzati finora in campionato da Scott McTominay, che a pochi mesi dal suo arrivo in Italia si è già meritato l’etichetta di acquisto più indovinato del mercato estivo.
Un grande colpo di cui Antonio Conte s’è vantato con le sue ottime ragioni dopo il successo di domenica a Torino, conquistato dal Napoli proprio grazie a un’altra magia del centrocampista scozzese. “Siamo stati bravi e fortunati a prenderlo dal Manchester United”, ha spiegato infatti il tecnico leccese, che ci ha messo pure del suo nella gestazione della trattativa. De Laurentiis è stato “bravo” perché ha potuto irrompere sul tavolo con un cash di 31 milioni, troppo allettanti persino per i dirigenti dei Red Devils, una delle società più ricche e blasonate al mondo.
McTominay, l’erede di Zielinski
Il club azzurro è stato invece anche un po’ fortunato a prendere al volo l’attimo giusto, intercettando appena in tempo la soffiata ricevuta il 13 agosto dall’Inghilterra. “L’affare può andare in porto”. Era quasi l’ora di pranzo e nella clinica Villa Stuart di Roma stava per concludere le sue visite mediche Marco Brescianini, a un passo dal diventare il successore di Piotr Zielinski. Invece il giocatore del Frosinone fu congedato con tante scuse e poche ore dopo su di lui si era già fiondata l’Atalanta. Passò come uno scippo, mentre era stato il ds Manna a cambiare in extremis obiettivo.
McTominay e l’ammirazione per Maradona
Il Napoli aveva capito di poter davvero prendere McTominay e da Conte arrivò immediatamente il gioioso via libera per concludere la trattativa col Manchester United. Il giocatore scozzese era invece già certo della sua scelta e non vedeva l’ora di indossare la maglia azzurra, su cui aveva chiesto referenze al telefono proprio al suo nuovo allenatore. Scott ha compreso infatti che sarebbe stato al centro del progetto e per questo non ha esitato a dire addio ai Red Devils, la squadra in cui era approdato attraverso la trafila del settore giovanile alla gloria del professionismo, con l’investitura di un big della panchina come Mourinho. “Può fare tutti i ruoli del centrocampo”. Ma al Manchester United la stella di McTominay si era un po’ appannata nel corso delle ultime due stagioni, anche se il giocatore non aveva mai smesso di essere il beniamino dei tifosi inglesi. Di qui la voglia di cercare una nuova sfida, trovata dal centrocampista grazie alla allettante offerta ricevuta dal Napoli. “È stato il club di Maradona, sarà un onore essere protagonista nello stadio che è stato intitolato al più forte calciatore di tutti i tempi”. Raccontano che Scott si sia emozionato davanti alla statua di Diego, uscendo per la prima volta dagli spogliatoi di Fuorigrotta.
McTominay e Napoli, amore a prima vista
Il resto del lavoro di persuasione lo aveva già fatto Conte, spiegando allo scozzese che in Serie A avrebbe lottato per vincere lo scudetto: un altro ottimo motivo per dire addio alla Premier League. Quando si scende dal Nord al Sud, infine, il suo peso lo ha spesso pure il clima. “Prendo casa a Lago Patria, per restare vicino al nostro centro sportivo e al mare”. Altro che emigrante, insomma. E nemmeno all’incontrario. La vita di “Super Mac” è ricominciata a 27 anni con un viaggio alla ricerca della felicità perduta e con un bagno nell’entusiasmo meridionale. De Laurentiis lo aveva ingaggiato per colmare il vuoto lasciato da Zielinski, invece si ritrova tra le mani il vero erede (per tecnica, forza fisica e passionalità) di un certo Marek Hamsik. Bravura e un pizzico di fortuna: i segreti di un grande colpo. Il “box to box” importato in Italia.