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Milan, Conceiçao libero da Ibrahimovic: non ha bisogno di tutor

L’allenatore portoghese ha pieni poteri, Zlatan va a Kitzbühel per lo sci. E tra una settimana c’è il derby

MILANO — La volata scudetto è partita. Il Napoli chiama, l’Inter vuole rispondere. Oggi a Lecce Inzaghi non può permettersi passi falsi, anche perché la prossima settimana c’è il derby. Conceiçao aspetta il Parma a San Siro, un test per capire come cresce il suo Milan, a cui serve una vittoria per avvicinare il treno Champions. Mercoledì con il Girona sono arrivati dei segnali positivi. La squadra segue l’allenatore, sempre più forte (e credibile) anche agli occhi della proprietà. In neanche un mese è cambiato l’approccio di Ibrahimovic, meno presente a Milanello (ieri è stato immortalato a Kitzbühel durante la coppa del mondo di sci maschile): Sergio non ha bisogno di un tutor, di una figura di peso come Zlatan che lo aiuti a gestire i giocatori. È entrato nella loro testa, in modo diverso a seconda di chi ha davanti: con qualcuno ha un approccio paterno, con altri più duro. «Può morire per noi, e io voglio fare lo stesso per lui», ha detto Leao dopo la vittoria sul Girona. Sono parole che pesano, anche considerando l’atteggiamento di Rafa fino a poche settimane fa. Fonseca lanciava messaggi ai leader tenendoli in panchina, Sergio li guarda negli occhi, li riunisce in cerchio a fine partita, come se lui e la squadra fossero un’unica entità.

Conceiçao, il leader del Milan

Il tecnico portoghese assorbe ogni aspetto della gestione del gruppo. Detta le regole, su cui è rigidissimo, e dà indicazioni precise sul mercato. Si è cucito addosso il ruolo di allenatore-manager, simile a Conte per certi aspetti. Una figura che in estate il club rossonero non aveva voluto prendere in considerazione. Ha voce in capitolo sui giocatori da acquistare e da tenere (come Tomori, sulla cui cessione alla Juve ha messo un veto), si confronta di continuo con i dirigenti. È lui che ha chiesto un rinforzo per ruolo: Walker, un centrocampista di gamba e un centravanti, il messicano Gimenez (ieri ulteriore rilancio, il Feyenoord vacilla).

Milan troppo fragile in difesa

Si vedono anche le prime modifiche tattiche. Il Milan concede troppo: Conceiçao cerca solidità, per questo ha abbassato il baricentro della squadra, che ora si difende stretta, corta e ha ridotto il possesso palla. E prova ad esaltare le qualità dei singoli: Leao si muove su tutto il fronte offensivo, corre negli spazi che Morata crea al centro, va in verticale. È libero. Sta lavorando tanto anche con Loftus-Cheek: è fisico e sa far gol, avrà spazio quando tornerà a disposizione. Oggi contro il Parma — squadra in ritiro da ieri all’hotel Melià, più comodo rispetto a Milanello con la partita alle 12.30 — a rifiatare sarà Fofana, in riserva e soprattutto in diffida. A centrocampo conferma per Bennacer, in attacco rientra dall’inizio Pulisic.

Inter alla ricerca di continuità

Scelta diversa per Inzaghi, che a Lecce non rinuncia a Dumfries, in forma scintillante ma diffidato: Conte corre, Simone vuole tenere il passo e in questo momento non può rinunciare all’esterno olandese. Davanti ci sarà Lautaro con Thuram, a centrocampo chance per Frattesi con Zielinski a fare le veci di Çalhanoglu. Lecce è un campo in cui l’Inter negli ultimi anni ha sempre fatto bene, ma stavolta ci arriva con addosso la stanchezza di una trasferta europea e con la responsabilità di dover replicare alla vittoria del Napoli con la Juve. Inzaghi è convinto che la sua squadra possa far meglio in fase difensiva. In Champions i nerazzurri hanno subito un gol in 7 partite, in campionato 18 (in 20 gare). La differenza è enorme ed è testimoniata dai punti persi per strada in serie A. Concentrazione massima, cura di ogni dettaglio: così l’Inter prova a reggere il ritmo di Conte. La volata scudetto è partita.

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