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Milan, Fonseca sempre più solo: lo sconfessano anche i giocatori

Le critiche agli arbitri non piacciono ai leader. Il club non lo difende. E Cardinale può anticipare l’uscita

MILANO — Tra una caduta sul campo e una clamorosa novità societaria la crisi del Milan, che il 16 dicembre celebrerà i suoi 125 anni con una festa carica di imbarazzo (lunga la lista degli assenti illustri, a cominciare da Boban), è scritta dalla sua classifica ai confini della zona Conference League: 4 sconfitte su 14 partite e l’unica vittoria del derby nei duelli con le prime 6. Fonseca è stato lasciato solo, a parlare ancora di scudetto. A Bergamo ha accusato l’arbitro La Penna di essere prevenuto e ha contestato il gol dell’ex De Ketelaere per una spinta a Theo Hernandez. Il Milan ha chiesto un parere ufficiale all’Associazione arbitri, che però, attraverso il suo referente, ha ribadito la regolarità dello stacco del belga. Prima ancora, ammettendo i meriti dell’Atalanta e rifiutando gli alibi arbitrali, Morata e Reijnders avevano sconfessato il loro allenatore.

Futuro Milan, decisiva la Champions

Da un’altra batosta bergamasca, 5 anni fa, cominciò la risalita verso lo scudetto 2022. Ma appunto qui si ferma l’analogia tra lo 0-5 del 2019 e l’1-2 di venerdì, contro l’Atalanta di Gasperini oggi in gara per lo scudetto. Pioli venne pubblicamente sostenuto. Adesso invece Fonseca non trova nella controversa dirigenza attuale chi si esponga per difenderlo. Mercoledì con la Stella Rossa la qualificazione ai play-off della Champions non può essere fallita, ora che l’altro traguardo minimo prefissato, un posto nella prossima edizione, si è trasformato in corsa a handicap. Per il Milan americano la mancata partecipazione, dopo due attivi di bilancio, segnerebbe il rosso e renderebbe necessaria una cessione illustre. Hernandez è un affare da 30 milioni di euro per lo United e non solo, se il capitano non rinnova il contratto in scadenza nel 2026.

Cardinale, possibile uscita anticipata

Si è fatta ormai debole, anche per il dissidio con Ibrahimovic, la posizione del ds D’Ottavio. Ma le indiscrezioni più clamorose sul futuro arrivano da New York. L’era di Gerry Cardinale, da agosto 2022 azionista di controllo con la sua RedBird, potrebbe chiudersi in anticipo anche rispetto alla scadenza dell’agosto 2025: la chiave della vicenda è la restituzione al fondo Elliott di 693 milioni di euro di prestito (da 560 milioni sono già saliti a 653 per gli interessi), ottenuto proprio dal fondo della famiglia Singer per acquisire il controllo della società. I portavoce di RedBird, interpellati da Repubblica, smentiscono che il manager statunitense dell’entertainment abbia affrontato il tema della sua uscita con l’ad rossonero Furlani. Ma filtra dagli Usa l’ipotesi addio di Cardinale a febbraio 2025: per recuperare, senza plusvalenze, i 150 milioni investiti nel Milan attraverso il fondo RB FC Fund IV. Il prestito di Elliott si trasformerebbe in patrimonio netto: in pratica i Singer si riprenderebbero la maggioranza (con 843 milioni sugli 1,2 miliardi dell’operazione 2022), lasciando inizialmente a Cardinale il controllo del 30% delle quote.

Il ruolo chiave di Furlani

Di sicuro Furlani, manager di Elliott passato in quota RedBird, diventa più che mai l’ago della bilancia, con il parere vincolante di Gordon Singer, influente membro del cda in forza del suddetto prestito. Il disimpegno di Cardinale postulerebbe il ridimensionamento di Ibrahimovic, che da consulente di Cardinale (senior advisor) svolge un compito ibrido di dirigente in pectore, accanto al dt Moncada.

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