Preparare il derby con l’ombra di Sarri ad aumentare pressioni già enormi, quasi insopportabili. È il destino di Paulo Fonseca, che affronterà la partita più attesa dai milanesi in una situazione complicatissima e unica, visto che siamo appena alla quinta di campionato: il portoghese deve evitare, almeno, che il Milan perda con l’Inter per la settima volta di seguito, stabilendo il record negativo di questa sfida, e così calmare i tifosi e convincere i suoi dirigenti a dargli fiducia. In caso di sconfitta, però, già lunedì la proprietà cambierà la guida tecnica. Non a caso, agenti e intermediari sono scatenati nel proporre i loro assistiti ai dirigenti rossoneri.
Sarri innamorato del Milan
Ibra e Furlani ascoltano e riflettono, nonostante le smentite il casting è partito. In vantaggio su tutti c’è Maurizio Sarri, che ha messo in stand by le offerte estere ricevute perché allenare il Milan è sempre stato un suo obiettivo: è tifoso del Napoli, certo, ma innamorato della squadra che con Sacchi rivoluzionò il calcio e vinse tutto. Sarri considera il guru di Fusignano come il suo maestro, la stima è peraltro ricambiata. Di questo Milan, l’ex tecnico della Lazio conosce bene Loftus-Cheek, giocatore che voleva in biancoceleste, e Morata, che invece al Chelsea ha faticato ad adattarsi ai suoi schemi. Aveva già sfiorato la panchina rossonera, Sarri, ai tempi di Berlusconi, questa potrebbe essere la volta buona: conosce la Serie A molto meglio, ovviamente, di candidati come Terzic, che pure intriga, e Tuchel, che costa troppo (8 milioni di ingaggio).
Tudor il preferito di Ibra
L’idea del Milan è affidarsi a un allenatore italiano o esperto del nostro campionato, per questo Ibra insiste su Tudor: il croato sarebbe il suo preferito. Però gioca con la difesa a 3, mentre la squadra è stata costruita per la linea a 4, l’ossessione di Sarri. Che poi a centrocampo, in attesa di Bennacer, nel suo 4-3-3 piazzerebbe Reijnders come regista tra Fofana e Loftus-Cheek; in attacco, il tridente composto da Pulisic, Morata e Leao. Facile facile. Con una controindicazione, però: Sarri non è un aggiustatore, lui stesso ha sempre ammesso di aver bisogno di tempo per addestrare la squadra in base alle sue convinzioni tattiche: terza linea all’altezza del centrocampo, il pallone come riferimento nella fase difensiva, pressing e possesso palla infinito, le distanze (corte) tra i reparti da rispettare al millimetro. Insomma non potrebbe garantire la svolta immediata: con un po’ di pazienza, però, poi la squadra avrebbe un’organizzazione che adesso appare una chimera. E l’ingaggio da 3 milioni, massimo 3,5, è un altro argomento a favore.
La voglia di rivincita di Sarri
Certo non ha un carattere facile, Sarri, soprattutto nella gestione delle star, però nella Lazio ha “domato” un cavallo pazzo come Luis Alberto: vale un trofeo. In più, ha vinto al Chelsea e lo spessore internazionale per la proprietà americana è un fattore. Non è in discussione, infine, la sua voglia di rivincita dopo le delusioni vissute nell’ultima stagione.
In corsa anche Allegri
Sotto questo aspetto, però, nessuno è più motivato di Allegri, che infatti va considerato in corsa nonostante non sia esattamente il preferito di Ibrahimovic (eufemismo). Furlani invece ci pensa, eccome. Da parte sua, Fonseca ieri ha svolto un’accurata seduta video: ma per salvare il posto, nel derby serve proprio un altro Milan.