Milano – Adesso non manca chi, tra i tifosi, chiede la testa dell’allenatore Fonseca. Però sono altre le ghigliottine invocate dai milanisti. Tra il dire di Ibrahimovic, dirigente senza ruolo nell’organigramma ma sempre più incline agli slogan prepartita, e il fare di una squadra decimata dagli infortuni e col talento di Theo Hernandez lasciato in panchina per punizione da Fonseca c’è la palude di una classifica che a quasi metà campionato inchioda il Milan all’ottavo posto o al massimo al settimo virtuale, data la partita da recuperare col Bologna. Con fiuto profetico, ancora prima che i giocatori incespicassero nel mediocre trapestio dello 0-0 col Genoa (la traversa di Morata nel secondo tempo il prodotto più significativo), San Siro aveva già emesso la sua spietata sentenza. Fischi a Ibrahimovic, inquadrato sul maxischermo dello stadio da solo e poi in coppia con l’ad Furlani, e striscione appeso alla balaustra del secondo anello della Curva Sud: “Rendiamo onore ai nostri campioni, simbolo di un Milan che non esiste più”.
«La cronaca della gara»
La contestazione degli ultrà: “Non siamo americani”
La contestazione finale degli ultrà, con i cori “noi non siamo americani”, “questa dirigenza non ci merita” e “ve ne andate o no”, ha ulteriormente chiarito il concetto. Disertando la tribuna, l’azionista di controllo Cardinale, alle prese col complicato redde rationem dell’agosto 2025 per la restituzione dei soldi che il fondo Elliott nel 2022 gli prestò (quasi la metà degli 1,2 miliardi di euro dell’operazione Milan e nel frattempo il debito è già di 653 milioni), si è risparmiato fischi sicuri.
La amara festa dei 125 anni del club
Destino ha voluto che la serata ghiacciata coincidesse con la festa per i 125 anni del club, non molto più calda e disertata per svariate ragioni da una tale quantità di stelle del firmamento rossonero (Maldini, Rivera, Kakà, Shevchenko, Boban, tutti gli allenatori del ciclo berlusconiano) che si fa più presto a elencare i presenti. Sotto gli occhi di Van Basten, Baresi, Gullit, Rijkaard, Albertini, Donadoni e compagnia vincente i loro scialbi epigoni hanno fabbricato una recita di secondo piano. L’elegante divisa di gioco d’epoca, sprovvista di nomi sulla schiena, non ha impedito l’individuazione dei responsabili di un’esibizione modesta, alla quale hanno tentato invano di sfuggire Leao, promosso capitano e addetto alle veroniche, e Reijnders, in calo di rendimento. Si sono confermati acquisti non all’altezza dei proclami americani, in particolare, il monocorde dribblatore Chukwueze, Okafor sovrappeso e l’impreciso Emerson Royal.
I ragazzi Liberali e Jimenez lanciati nella mischia
Ha perso la scommessa anche Fonseca, che dopo la deludente Champions con la Stella Rossa aveva forzato la situazione. Il diciassettenne Liberali trequartista, da peso leggero debuttante, non poteva fare miracoli nei duelli fisici a metà campo. Meglio di lui è andato Jimenez, da terzino sinistro vitale e propositivo, ma il castigo di Hernandez, quale che ne sia la ragione, sconfina nel masochismo tecnico. Vieira, che ha attraversato fugacemente la storia milanista (2 presenze in uno dei campionati vinti da Capello), ha condotto un Genoa puramente difensivo fuori dalle numerose mischie, alcune sbrogliate dal portiere Leali. Fonseca non è stato autocritico, stavolta: «I ragazzi hanno giocato da squadra, ci è mancato solo il gol. Ma non rimprovero nulla ai miei attaccanti. Capisco i tifosi, tutti vorremmo molto vincere, ma stavolta possiamo riconoscere che i giocatori hanno dato tutto». Il 16 dicembre 1899 l’inglese Herbert Kilpin, tre giorni fa tumulato al Famedio del Monumentale, fondò il Milan, sei anni dopo i pionieri del Genoa, inglesi a loro volta. Oggi la ricorrenza sarà alquanto mesta.
Milan (4-2-3-1): Maignan – E.Royal, Gabbia, Thiaw, Jimenez – Fofana, Reijnders – Chukwueze(31’ st Okafor), Liberali (17’ st Camarda), Leao – Abraham (1’ st Morata). All. Fonseca
Genoa (4-3-3): Leali – Vogliacco (1’ st Sabelli), Bani, Vasquez, Martin – Thorsby, Badelj, Frendrup – Zanoli, Pinamonti, Miretti (35’ st Vitinha). All. Vieira
Arbitro: Guida
Note: Ammoniti Vogliacco, Zanoli. Spettatori 70.078