I numeri non mentono, possono raccontare una verità parziale ma fotografano la situazione. I centravanti del Milan, Alvaro Morata e Tammy Abraham, segnano poco. Di più: l’ultimo calciatore rossonero ad aver toccato quota 20 gol in campionato è stato Zlatan Ibrahimovic nel 2011/12, sembra passata una vita. Non è un caso che sul mercato di gennaio il Diavolo stia cercando una punta (Santiago Gimenez del Feyenoord è il primo obiettivo). Nel rendimento di un 9 incidono tanti fattori: quanto la squadra gioca per lui, quanto lui lavora per aiutare i compagni (in quest’ultima categoria rientra ad esempio Alvaro Morata, l’attaccante acquistato la scorsa estate dall’Atletico Madrid). Però in un giudizio la prima discriminante resta la capacità realizzativa, finora carente per i due rossoneri.
Gli errori di Morata
Partiamo proprio da Morata, la punta titolare: 6 gol in stagione, di cui 5 in campionato e uno in Champions League (pesante, nel sacco del Bernabeu). In campionato, invece, da fine settembre ha segnato solo tre volte, contro Empoli, Atalanta e Cagliari. Non è abbastanza. Per Abraham il punto più alto è il sigillo che ha deciso la finale di Supercoppa contro l’Inter. L’inglese è andato a segno in tutte le competizioni per un totale di 6 reti: 2 in serie A (l’ultima il 9 novembre con il Cagliari), 2 in Champions, una in Coppa Italia oltre ovviamente al già citato timbro di Riad. Ha giocato meno di Morata (1.095 minuti contro 1.505), ma ha sulla coscienza più gol sbagliati, occasioni evidenti sprecate. Era partito forte, poi è calato. Tanto che in questi giorni si parla di un suo rientro alla Roma, da cui è arrivato in prestito. Non sono abbastanza freddi sotto porta? Il Milan ha il nono attacco del campionato con 29 reti complessive, solo 3 in più di Como e Parma.
Numeri da migliorare
“È un processo collettivo”, ha spiegato Conceiçao. Come a dire: anche se loro segnano poco, l’importante è il risultato finale. “Bisogna trovare un equilibrio, se loro fanno tutto quello che chiedo a me va bene, perché poi fanno gol gli altri”, ha aggiunto il tecnico portoghese. Tutto vero, ma chi lo conosce sa che Sergio in carriera ha sempre preferito allenare attaccanti prolifici, in grado da soli di risolvere le partite. Così si spiega l’input dato agli uomini mercato rossoneri: portatemi un nuovo 9. Un acquisto che potrebbe consentire al tecnico di virare sul 4-4-2, un modulo che ha sempre utilizzato tanto e che potrebbe esaltare le qualità di Morata.
Il mercato
Il prescelto, come detto, è Santiago Gimenez, 23 anni, punta del Feyenoord: 13 reti in stagione in 17 presenze, di cui due in Champions sul campo del Man City e contro lo Sparta Praga. Nato in Argentina ma emigrato in Messico a 3 anni, Gimenez ha tecnica e fisico, tanto che per un po’ da ragazzo giocò a rugby. È l’obiettivo numero uno ma costa tanto, sui 40 milioni di euro, cifra a cui il Milan si può avvicinare grazie alle possibili cessioni di Pavlovic (in trattativa con il Fenerbahce) e Emerson Royal (che piace a Galatasaray, Everton e Fulham). Le alternative sono Dodi Lukebakio del Siviglia, profilo simile a Gimenez, e Joao Felix del Chelsea. Quest’ultimo non è un vero 9 ma piace a Conceiçao (con cui condivide l’agente, Jorge Mendes), che ne apprezza la duttilità, e sarebbe una soluzione low cost perché arriverebbe in prestito. Il Milan stringe il cerchio: servono più gol, è il momento di trovarli.