Milano – “Dirigenti incapaci. Società senza ambizione. Non siete all’altezza della nostra storia”. “Giocatori senza voglia e dignità. Siete lo specchio di questa proprietà”. L’accoglienza degli ultrà ai dirigenti e ai calciatori del Milan che stanno per arrivare per la festa privata dei 125 anni all’Armani Silos (“non tutti”, ha puntualizzato il portavoce della curva al megafono) non lascia spazio a equivoci, con due striscioni eloquenti esposti da un centinaio di tifosi arrabbiati. È il seguito della contestazione di San Siro, prima durante e dopo lo 0-0 col Genoa.
Si tratta di un attacco frontale al Milan americano, il cui massimo rappresentante, l’azionista di controllo Gerry Cardinale, ha dribblato i fischi restando all’estero, ma non ha potuto evitare il colpo all’immagine sua, della sua società RedBird e del suo consulente personale, l’ex campione Zlatan Ibrahimovic. Le scene della contestazione al Meazza e in particolare il coro “Noi non siamo americani” sono stati immediatamente diffusi in tutto il mondo e soprattutto negli Usa, dove la catena Cbs ha dato rilievo alla notizia. Il post di Paolo Maldini su Instagram, critico verso la rimozione sua e della sua famiglia dalla storia del Milan ha ricevuto i like dei giocatori più rappresentativi e ha smascherato la spaccatura tra parte della squadra e l’attuale dirigenza.