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Milan-Lecce 3-0: Morata-Theo-Pulisic risolvono la gara in 5’, rossoneri in vetta col Toro

Decisivi gli ultimi minuti del primo tempo: lo spagnolo poi esce nella ripresa infortunato. Bartesaghi, espulsione shock

MILANO – Materia opinabile per definizione, a maggior ragione in quest’era di partite ravvicinate del terzo tipo, il calcio si è divertito a cancellare in soli dieci giorni gli epitaffi a Fonseca e i de profundis sulle ambizioni del Milan. La squadra che pareva destinata a una stagione di pianto e stridore di denti, dopo la disfatta tecnica e tattica col Liverpool, si è rianimata con la vittoria nel derby. Adesso è temporaneamente prima in classifica, avendo agganciato il Torino grazie al comodo 3-0 inflitto al Lecce, coi felici duetti della coppia Hernandez-Leao sulla fascia sinistra, della quale sanno essere padroni, quanto meno in Serie A. E l’allenatore portoghese, la cui permanenza in panchina non veniva ritenuta troppo plausibile (con tanto di scommesse sul nome del successore tra Sarri, Tudor e Terzic), è assurto presso il volubile popolo dei social a guru, taumaturgo e novello stratega massimo.

Prossimo test a Leverkusen in Champions

Se la verità come sempre sta nel mezzo, cioè dove l’ha onestamente collocata per primo Fonseca stesso, sarà in realtà l’imminente trasferta di Champions in Germania con l’appuntamento di martedì a Leverkusen in casa del Bayer di Xabi Alonso, a stabilire i confini più congrui tra la depressione e l’entusiasmo. Di sicuro, per il momento, c’è la scena finale dei calciatori in sfilata, a ricevere gli applausi e i peana, sotto quella stessa Curva Sud che li aveva appena fischiati e accusati di scarso impegno. Al netto degli sbalzi di umore del cangiante mondo milanista, va comunque riconosciuto a Fonseca il merito di avere mantenuto nelle difficoltà – quando le notizie sul successore venivano lasciate filtrare, senza molti argini da Casa Milan – un equilibrio psicologico non da tutti e di avere plasmato una tattica davvero efficace, approdando in breve tempo all’inimmaginabile bilanciamento tra i reparti e probabilmente alla formazione titolare: il turnover totale o massiccio è un’utopia che maschera spesso scarsa chiarezza d’intenti.

Cinque superstiti dello scudetto 2022 in campo

Lui ha dimostrato saggezza, facendo qualche passo indietro. Ha ripristinato la presenza, tra gli 11 di partenza, di 5 calciatori della rosa dello scudetto 2022, quasi azzerata con la Lazio all’Olimpico, dove il superstite era solo Maignan. Ha conservato identica la veste del 2-1 all’Inter, con Morata punta-rifinitore dietro Abraham e con Pulisic e Leao più compatti nella fase difensiva accanto a Fofana e Reijnders: se si vuole ridurre il concetto ai numeri, più un 4-4-1-1 che un 4-2-3-1. Il merito principale resta tuttavia la capacità di avere restituito alla causa, dopo l’esclusione di Roma, la coppia di talento che può vincere quasi da sola partite come questa: Leao e Theo Hernandez si trovavano sul campo a occhi chiusi, con l’istintiva naturalezza di chi parla lo stesso linguaggio tecnico.

Eppure il Lecce, schierato da Gotti con ordine tattico e nessuna volontà di lasciare il palleggio al Milan, ha opposto per oltre mezz’ora un gioco piacevole e concreto. Il crollo, preceduto da qualche avvisaglia proprio sulla fascia destra percorsa dal suddetto tandem, si è manifestato in soli 5’, tra il 38’ e il 43’, quando il portiere Falcone, l’ex neonato di Viaggi di Nozze di Verdone, ha incassato suo malgrado tre gol non certo infantili: sono stati notevoli guizzi il colpo di testa in anticipo di Morata su punizione di Pulisic, il raddoppio di Hernandez su allungo di Leao e la ribattuta di Pulisic (già 5 reti in 7 presenze) nella mischia originata dal palo di Abraham. Fonseca si è concesso anche il lusso di una mossa psicologica alla brasiliana, che per i nostalgici può affondare le radici nella democrazia corinthiana di Socrates & C: il capitano girevole: “Per me ce ne sono tanti, ne vedo almeno 5”. La fascia è passata da Hernandez a Leao, con successo evidente.

Milan 3

38’ pt Morata, 41’ pt T.Hernandez, 43’ pt Pulisic

Lecce 0

Milan (4-4-1-1)

Maignan – Emerson Royal, Gabbia, Tomori, T. Hernandez (31’ st Bartesaghi) – Pulisic (18’ st Chukwueze), Fofana (18’ st Musah), Reijnders, Leao – Morata (11’ st Loftus-Cheek) – Abraham (31’ st Jovic). All. Fonseca.

Lecce (4-5-1)

Falcone – Dorgu, Gaspar, Baschirotto, Gallo – Morente (14’ pt Banda), Ramadani, Pierret (28’ st Rafia), Coulibaly (38’ st Oudin), Rebic (28’ st Pierotti) – Krstovic. All. Gotti

Arbitro: Zufferli

Note: Espulso al 35’ st Bartesaghi. Ammoniti Baschirotto, Tomori. Spettatori 71.103.

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