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Milan, pagano Theo e Leao: in panchina a Lecce, un film già visto

Conceiçao ha deciso di dare spazio a chi si allenerà meglio. Oltre al francese e al portoghese, già messi fuori dai titolari in questa stagione, rischia il posto anche Fofana

MILANO — Nessuno ha il posto assicurato. Tutti in discussione, gioca solo chi dimostra impegno costante in allenamento e voglia di sacrificarsi in partita. È la nuova misura di Sergio Conceiçao per provare a tirare fuori il Milan dalle sabbie mobili. Ieri l’Inter si è aggiudicata il primo round con il Feyenoord, nell’ottavo che poteva essere un derby: in Champions il Diavolo tornerà nella migliore delle ipotesi tra 19 mesi, ma ora i rimpianti vanno allontanati. Bisogna compattarsi e cercare un equilibrio nella tempesta. Ieri a Milanello è andata in scena una riunione fiume, di quasi tre ore, tra giocatori, staff tecnico e la coppia Ibrahimovic-Moncada. Un confronto con toni pacati, un modo per sviscerare i problemi che stanno frenando il Milan. Conceiçao ha parlato con il gruppo, chiedendo massimo impegno per il finale di stagione. Lui ce la sta mettendo tutta, pretende lo stesso da chi va in campo. C’è ancora qualcosa per cui lottare, degli obiettivi da centrare: assicurarsi un posto in Europa, seppur dalla porta di servizio, e soprattutto provare a vincere la Coppa Italia, con il derby in semifinale a cui i tifosi tengono tantissimo.

La formazione del Milan a Lecce

Già sabato a Lecce Sergio vuole dare un segnale ai giocatori: non guarderà il nome dietro la maglia, giocherà solo chi darà le risposte giuste in questi giorni, chi dimostrerà di tenerci. La sensazione è che a rischiare siano Hernandez, Fofana e Leao, che potrebbero essere sostituiti da Jimenez, Bondo e Sottil. Conceiçao vorrebbe dare una chance anche a Terracciano, tra oggi e domani si chiarirà le idee. Invece per vedere il nuovo sistema di gioco, con la difesa a tre, bisognerà aspettare ancora un po’: il tecnico ci sta lavorando, possibile lo utilizzi dopo la sosta per la Nazionale di metà marzo.

Il futuro di Theo Hernandez

Una piccola rivoluzione in essere, che anticipa quella che trasformerà il Diavolo in estate. Il nuovo direttore sportivo (si va avanti con convinzione per chiudere con Tare), una figura che il tecnico avrebbe voluto avere al suo fianco già in questi mesi, dovrà vendere almeno uno dei big. Theo ha il contratto in scadenza nel 2026: ha chiesto ai suoi agenti di cercare un accordo, ma la sua storia con il Milan è finita. Non sarà semplice cederlo: a 27 anni il francese vuole cambiare solo per un club di alto livello, con cui andare a caccia della Champions, uno tra Psg, Bayern e Real Madrid. Serve un’offerta, che ad oggi non c’è. Pure il rinnovo di Maignan (assente a Lecce per la squalifica rimediata per aver rivolto «espressioni irriguardose» all’arbitro Manganiello dopo la Lazio) è in stand-by, congelato dal club.

Lo stadio di Inter e Milan

Fronte stadio: non è stato ancora inviato da Milan e Inter il Docfap, il piano economico-finanziario diretto al Comune di Milano per l’acquisto di San Siro e delle aree limitrofe. Era atteso martedì, ma c’è stato un rallentamento dovuto a divergenze tra RedBird e Oaktree su quello che potrebbe succedere se uno dei due club dovesse tirarsi indietro: l’altro potrebbe proseguire da solo e concludere l’operazione? Dettagli in via di risoluzione. Un impianto innovativo e sostenibile è un elemento centrale per il Diavolo, tornato a essere il club italiano con il fatturato più alto (al netto delle plusvalenze). Vincente anche la tanto criticata (dai tifosi) quarta maglia, utilizzata domenica: lanciata a metà febbraio, è andata sold-out in pochi giorni, acquistata per il 75 per cento fuori dall’Italia. Ecco perché per il prossimo anno pure la vetrina dell’Europa League è preziosa. Concentrazione e impegno: da ora in avanti sono tutti in discussione.

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