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Milan, parla Ibrahimovic: “Con il Feyenoord serve intensità da finale”

Con il tecnico Conceiçao in Portogallo per i funerali del suo ex presidente al Porto, ci pensa lo svedese a caricare l’ambiente

MILANO – Vuole vedere un Milan concentrato e affamato, in una partita che vale una stagione. Conceiçao sta rientrando in Italia dal Portogallo, dove ha partecipato ai funerali di Pinto da Costa, lo storico presidente del Porto scomparso sabato. Così a Milanello in conferenza stampa c’è Zlatan Ibrahimovic, senior advisor di RedBird. Non è la prima volta. Ibra si è oramai calato in un ruolo diverso, la sua presenza è forte accanto al gruppo squadra. “È una situazione rara che io sia qua alla vigilia, ma il mister, che ha avuto questa situazione personale in Portogallo, sta atterrando in questi minuti a Milano per venire a dirigere l’allenamento”.

Ibra: “Voglio una mentalità da finale”

Poi parla della gara di ritorno con il Feyenoord, col passaggio agli ottavi che da solo vale 11 milioni di euro: “Sono fiducioso che domani sarà una partita diversa, con 80 mila milanisti allo stadio e tutti quelli nel mondo che spingeranno la squadra. I giocatori dovranno dare il massimo. Che Milan mi aspetto? Concentrato, aggressivo e con una mentalità da finale. E le finali si vincono… C’è una partita, quella d’andata, in cui abbiamo perso. Ora dobbiamo vincere e ribaltare il risultato. Ognuno deve spingere il compagno, anche i ragazzi in panchina dovranno spingere il gruppo”.

“I giocatori pensino al calcio, al resto pensa il Milan”

Ibra rappresenta la proprietà: “Ci aspettiamo tanto dai nuovi acquisti. Sono già pronti e possono portare subito risultati. Al Milan serve qualcuno che si prenda spazio e sposti l’equilibrio. Come dice Galliani, i giocatori devono pensare al calcio, al resto ci pensa il Milan. Da Gimenez mi aspetto che segni perché è un killer, ma deve anche correre perché sennò con il mister non giochi”. Con Cardinale c’è un filo diretto: “Lui è coinvolto, carico e vuole il successo del Milan in campionato e in Champions. Dà forza e fiducia a chi lavora con lui. È sul pezzo, siamo in contatto tutti i giorni. Poi, certo, ci chiede i risultati”. Sulla sua figura, spiega di essere “un vincente, voglio portare risultati. Il Milan è un club che fa la storia vincendo trofei. Noi da fuori spingiamo quelli che sono in campo”.

Parlare con la squadra, ma non troppo

Sulla differenza di approccio del Diavolo, che spesso cala tra un tempo e l’altro, Ibra ha una sua teoria: “L’importante è che nei momenti bassi si tenga il rendimento più alto possibile. Non si può essere sempre al top, ma bisogna essere sempre presenti con la testa. Da fuori parlo con i giocatori e con l’allenatore, ma non bisogna esagerare. Non bisogna dire alla moglie che la ami tutti i giorni sennò magari non ci crede più, entra da un orecchio e gli esce dall’altro. Meglio dimostrarlo con i gesti”.

Tomori: “Mai voluto lasciare il Milan”

Al suo fianco in conferenza c’è Tomori: “Dobbiamo vincere con due gol per passare, siamo carichi. Non vogliamo subire reti perché siamo già sotto di un gol. Sappiamo le qualità che abbiamo e non dobbiamo perdere la concentrazione, qualsiasi cosa accada. Sarà difficile come a Rotterdam e dovremo essere concentrati per fare meglio rispetto a una settimana fa”. A gennaio lo hanno cercato il Tottenham e la Juventus: “Da quando sono arrivato qua mi sento come a casa, ero e sono concentrato sullo stare qua. È un orgoglio indossare questa maglia, non ho avuto la voglia di andarmene. Finché non mi mandano via, resto qui”.

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