MILANO – L’ultima del confusissimo Milan americano è un inedito: l’esonero dell’allenatore più o meno spifferato a partita in corso. Dopo il mediocre 1-1 con la Roma è diventato chiaro solo dopo il rituale grottesco delle conferenze stampa che in panchina il 3 gennaio in arabia, nella semifinale di Supercoppa con la Juventus, non ci sarebbe stato Paulo Fonseca, ma il suo connazionale Sergio Conceiçao, che affronterà subito il figlio Francisco. Il club, che ha atteso fin troppo a lungo per comunicarlo al diretto interessato con la triade Furlani-Ibrahimovic-Moncada, non potrà farsene un vanto, anche perché l’ esonerando stesso non aveva fatto finta di niente. Paulo Fonseca, a un soffio dall’intervallo, evidentemente estenuato più dalle insopprimibili voci sul suo imminente licenziamento a favore di Coinceiçao che dall’arbitraggio e dal contestato rigore negato a Reijnders per un contrasto di Pisilli, ha perso il suo aplomb molto portoghese e ha scelto Fabbri come bersaglio, per interposta persona, invece della dirigenza, imperturbabile in tribuna nelle persone dell’ad Furlani e di Ibrahimovic, consulente personale di Cardinale. L’espulsione per proteste di Fonseca ha sancito la sua uscita di scena anticipata dal prato del Meazza come metafora dell’avvicendamento sulla panchina del Milan.
La cronaca
“Mi dispiace tanto, ma ho la coscienza a posto”, ha detto lasciando lo stadio. Ma le notizie sulla presenza di Conceiçao in un hotel milanese si erano già diffuse sul web mentre sul campo il duello tra l’ottava e l’undicesima in classifica si srotolava con qualche sussulto (il palo del possente Dovbyk, l’elegante contropiede dell’1-0 di Reijnders, l’elegantissimo pari di Dybala al volo su tacco di Dovbyk, più parate varie di Maignan e Svilar) e col sottofondo degli incessanti cori della Curva Sud, che invitava Cardinale ad andarsene a dispetto del parziale rifinanziamento del debito col fondo Elliott.
In Supercoppa con Conceiçao
Della paradossale situazione e dei contatti tra la società e il suo virtuale successore, in una staffetta che a parti invertite avvenne nel 2015 in Portogallo al Braga, era consapevole da tempo Fonseca, lasciato sempre solo nei dopo partita più complicati e soprattutto di fronte alle sempre più numerose indiscrezioni sulla sua destituzione. L’assenza di una vera difesa dell’allenatore, la cui scelta era stata avallata di fatto l’estate scorsa dai vertici di Elliott (in particolare dall’influente consigliere di amministrazione Gordon Singer) è diventata via via lo specchio di un abbandono evidente, anche se nessuno ha mai confermato l’esistenza di una clausola, nel triennale di Fonseca, che permetterebbe al Milan di pagargli un solo anno del contratto (2,5 milioni di euro netti), in caso di esonero nei primi 6 mesi. Né è nota per ora analoga formula nell’ingaggio da un anno e mezzo del successore: la figura del traghettatore non sembra adattarsi a Conceiçao, ex centrocampista di Inter e Lazio, con buon curriculum da tecnico del Porto. Rispetto all’ennesima uscita del Milan tra i fischi, al netto della dignitosa partita, dei molti infortunati, e del promettente ritorno di Bennacer, è andata meglio alla Roma di Ranieri, che nel finale ha sfiorato la vittoria. Però nessuna, tra le due dirigenze americane, ha davvero di che rallegrarsi.
Milan-Roma 1-1 (1-1)Milan (4-2-3-1): Maignan – Emerson Royal, Gabbia, Thiaw, T.Hernandez – Fofana, Terracciano (1’ st Bennacer) – Chukwueze (16’ pt Abraham), Reijnders, Jimenez – Morata (41’ st Camarda). All. Fonseca.Roma (3-4-2-1): Svilar – Mancini, Hummels (1’ st Celik) , N’Dicka – Saelemaekers (33’ st El Shaarawy), Kone (1’ st Pellegrini), Paredes, Angelino – Dybala, Pisilli – Dovbyk (41’ st Shomurodov). All.Ranieri.Arbitro: Fabbri.Reti: 17’ pt Reijnders, 23’ pt DybalaNote: Espulso Fonseca al 43’pt. Ammoniti Kone, Hummels, T.Hernandez, Morata, Paredes, Celik.Spettatori 74.283.
