MILANO — Tutto da rifare. L’ennesima delusione stagionale costringe il Milan ad accelerare i tempi di una rivoluzione non più procrastinabile. La sconfitta in finale di Coppa Italia ha tolto il velo dell’incertezza e obbliga a prendere decisioni: cambierà l’allenatore, arriverà un direttore sportivo e più in generale l’intero organigramma societario potrebbe subire delle modifiche. L’esclusione dalla prossima Champions — per la certezza manca solo il sigillo dell’aritmetica — costerà almeno 50 milioni, senza considerare i mancati incassi legati al botteghino. Difficile pure pescare il pass per entrare in Europa dalla porta secondaria: bisognerà vincere le ultime due partite stagionali, a Roma e contro il Monza, e sperare in qualche sorpresa. Altrimenti, almeno una cessione pesante andrà messa in conto: Reijnders è quello con più mercato, piace al Manchester City e al Chelsea. La trattativa per il rinnovo di Hernandez è ferma, ma vanno trovati acquirenti graditi al giocatore. Con Maignan, anche lui con un solo anno di contratto, si tenterà invece un avvicinamento. Sono oramai dissolti i dubbi su Conceiçao, che a fine stagione non verrà confermato. Sergio era nero dopo la finale col Bologna: non ha messo al collo la medaglia dei secondi classificati e non ha salutato i giocatori avversari (compreso l’ex Calabria), un gesto che i tifosi (e non solo loro) non hanno gradito.
Cori contro Cardinale
«Sono stati commessi tanti errori, dalla costruzione della rosa la scorsa estate alla poca fiducia data a Fonseca. Fatico a vedere un’identità in questo Milan. Anche contro il Bologna la partita l’hanno fatta gli altri. Si punta solo sulle ripartenze, vorrei vedere altro», il commento di Filippo Galli, una vita in rossonero. I tifosi sono spazientiti: i cori contro la proprietà americana non si sono mai fermati, domenica non potranno andare a Roma perché in coppa hanno danneggiato con scritte e materiale infiammabile i seggiolini della Curva Sud dell’Olimpico e si temono disordini con i romanisti. «È stata una stagione fallimentare», ha ammesso l’ad Furlani, titolare sia delle ultime sia delle prossime scelte. Andrà chiarito anche il ruolo di Ibrahimovic, socio e consulente di Cardinale in prima linea per gran parte dell’anno, in seguito finito in secondo piano. Il dt Moncada tornerà a essere a capo dello scouting.
Sarri il favorito per la panchina del Milan
L’idea di non inserire un ds nel quadro dirigenziale, invece, è stata spazzata via dalla realtà. Tare mercoledì era all’Olimpico, ma seppur libero resta in seconda fila alle spalle di D’Amico, che alla fine l’Atalanta potrebbe liberare. Con lui a bordo, per la panchina salirebbero le quotazioni di Sarri. Le alternative, rigorosamente italiane, vanno da Allegri e De Zerbi allo stesso Italiano (Bologna permettendo). «Il Milan deve avere un ds esperto, uno che conosca la serie A, a cui va data autonomia di scelta. Il mio preferito è Sartori», il pensiero di Galli, deciso anche sul prossimo allenatore: «Se si vuole costruire qualcosa che regga nel tempo bisogna trovare un’identità, la potrebbe dare De Zerbi». Ora Roma e Monza, poi finalmente si volterà pagina.