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Milan, tutto in una notte: il Feyenoord decide il futuro dei rossoneri

Ibrahimovic si prende la scena, colloqui con i giocatori e parole da leader. Per lui e Conceiçao la permanenza è legata alla qualificazione agli ottavi

MILANO — È cambiato. Meno personaggio, più dirigente. Sta capendo cosa è richiesto a chi interpreta il suo ruolo: non servono annunci roboanti e dichiarazioni sopra le righe, è importante una presenza costante accanto alla squadra e all’allenatore. Nel complesso organigramma societario del Milan, Ibrahimovic è indicato come senior advisor di RedBird, un consulente speciale. Nei fatti, il suo ruolo va oltre. Si è preso la responsabilità del mercato invernale, mettendoci la faccia presentando ogni giocatore acquistato, e si è avvicinato tanto a Conceiçao: per questo lavora per tenerlo in panchina fino al 2026. È insomma diventato il volto del Diavolo, mettendo in ombra l’ad Furlani, il dt Moncada e bloccando l’inserimento di un ds dopo l’allontanamento di D’Ottavio, con cui non aveva buoni rapporti. In un mondo di protagonisti, non è semplice mettersi davanti a tutti: Ibra lo ha fatto, e con il Feyenoord vivrà il primo esame della sua nuova vita.

Ibrahimovic al centro del progetto Milan

Ieri Zlatan è stato quasi tutta la giornata a Milanello. Raramente gli era successo da quando 14 mesi fa è rientrato al Milan. Ha condotto la conferenza stampa della vigilia al posto di Conceiçao (che tornava dal Portogallo, dove era stato per il funerale dell’ex presidente del Porto Pinto da Costa), ha parlato con i giocatori prima dell’allenamento, soffermandosi con Pulisic, che oggi dovrebbe partire dalla panchina. C’è una differenza rispetto a qualche mese fa, quando spesso lo si vedeva anche prima di partite importanti in vacanza o più attivo sui social che sul campo. Ora sente una responsabilità maggiore, sa che le conseguenze della sfida col Feyenoord ricadranno soprattutto sulle sue spalle. Appena rientrato in società si muoveva sgraziato tra i fragili equilibri interni, col tempo ha avuto l’intelligenza di modificare l’approccio. «Sto crescendo. Imparo e do tanto, guardo il calcio con un altro punto di vista, meno individuale», ha detto ieri. Ha citato anche Adriano Galliani: Ibra vuole avvicinarsi a quel tipo di figura, capace di assorbire la maggior parte degli aspetti della vita del club.

La formazione del Milan contro il Feyenoord

Tra questi, c’è anche la componente finanziaria, legata alla partita di stasera. Rimontare il Feyenoord e qualificarsi agli ottavi vale per il Milan 11 milioni di euro, che si aggiungerebbero ai 61,3 già incassati in stagione dalla Uefa (escludendo il botteghino). «Mi aspetto una squadra aggressiva, con una mentalità da finale. E le finali si vincono», l’arringa di Ibra. La sua natura, quella più intima: «Voglio portare risultati». Quello di stasera peserà su di lui, nel bene o nel male, e anche su Conceiçao. Il tecnico è riuscito solo una volta a rimontare in Europa dopo aver perso la gara di andata (nel 2019 col Porto contro la Roma), oggi ci riproverà senza i Fab four: Leao, Joao Felix e Gimenez giocheranno dal 1’, Pulisic dovrebbe lasciare spazio all’equilibratore Musah. Alle battute finali le trattative per i rinnovi di Maignan e Reijnders: un segnale di fiducia a due uomini chiave del nuovo corso.

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