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Milan, ultima chiamata: il derby con l’Inter vale per l’Europa

Conceiçao è nono ma può salutare con due titoli vinti: “Qui non succede dal 2011”. Ma gli obiettivi minimi
non sono stati raggiunti

Milano – Domani sera il ritorno della semifinale di Coppa Italia con l’Inter è la classica ultima chiamata. La sconfitta in casa con l’Atalanta inchioda il Milan, che le partite importanti le ha perse quasi tutte: 8 sulle 14 giocate finora con le prime 8 della serie A e 4 su 10 in Champions, per un totale generale di 14 batoste su 43 partite tra campionato e Champions (percentuale 32,56). Nelle cosiddette assumptions, gli obiettivi minimi della dirigenza americana a inizio stagione basati sulle priorità finanziarie poco gradite dai tifosi, il terzo posto in campionato e l’eliminazione ai play-off della Champions venivano indicati come sufficienti a garantire i ricavi per la sostenibilità finanziaria del club. Perciò, anche dal punto di vista dei dirigenti, l’annata è fallimentare.

Cento milioni di mancati introiti

La squadra, scivolata agli spareggi di Champions con l’abbordabile Feyenoord, in serie A a 5 giornate dalla fine è lontana 9 punti dal quarto posto della zona Champions e dal Bologna, in attesa che scenda in campo la Juventus: fanno 100 milioni di euro di mancati introiti, che gli incassi per l’eventuale e comunque complicata partecipazione all’Europa League (il sesto posto della Roma è a 6 punti) o alla Conference (la Lazio settima ha 5 punti in più e una partita in meno) non potrebbero certo compensare.

Contestazione totale alla dirigenza

La contestazione è per tutta la dirigenza: l’azionista di controllo Cardinale, il presidente Scaroni, l’ad Furlani, Ibrahimovic consulente di Cardinale e il dt Moncada. Il derby è l’unico possibile salvagente, dopo l’1-1 dell’andata: la Coppa Italia vinta qualifica all’Europa League. Se Simone Inzaghi fa i conti con gli infortuni e con la caduta di Bologna, Conceiçao è tesissimo: ha perso il duello tattico con Gasperini, nonostante la difesa a 3 che offre più equilibrio, e si è infuriato per le critiche e per le voci su Conte, Allegri, Gasperini, De Zerbi e Italiano. Ha sostituito Fonseca all’ottavo posto, ma è nono.

Rinnegato dal tecnico il mercato di gennaio

E con l’Atalanta ha rinnegato il mercato di gennaio, da Gimenez a Joao Felix: «In Portogallo qualcosa ho vinto, eppure dopo la Supercoppa conquistata con l’Inter si è cominciato a parlare della mia panchina: è mancanza di rispetto. I conti si fanno alla fine, il Milan non vince due titoli dal 2011». È una promessa: gli spenti Leao e Theo Hernandez, per il cui rinnovo di contratto può riaprirsi uno spiraglio, si riaccenderanno per inseguire la finale di Coppa Italia del 14 maggio (con il Bologna, se l’Empoli non farà un miracolo). Altrimenti si accenderà altro: il dibattito attorno alla panchina e al casting per il direttore sportivo.

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