Milano – Larga nelle proporzioni (4-0 all’arrendevolissimo Venezia in nemmeno mezz’ora) e semplice nella trama, la prima vittoria in campionato del Milan di Fonseca è arrivata solo alla quarta giornata, dopo i due miseri pareggi artigliati nelle prime tre. Però ha almeno rincuorato l’allenatore e congelato la contestazione dei tifosi, che si erano ritrovati in quasi duemila davanti al pullman della squadra e avevano esposto tramite striscione il loro stato d’animo di innamorati fin qui delusi: “Basta scuse, ultima chiamata”. Il messaggio pareva indirizzato soprattutto alla società americana e all’allenatore portoghese. In ogni caso la risposta dal campo è stata la sola possibile, nell’imminenza dei due appuntamenti a San Siro – il Liverpool in Champions e il derby con l’Inter – che avranno ben altro impatto, nel bene o nel male.
«La cronaca della gara»
Questo è diventato subito un allenamento, il che è sì merito dei giocatori di Fonseca, ma anche demerito di quelli di Di Francesco, che non sono parsi esattamente consapevoli di doversi giocare la salvezza: i pasticci del portiere Joronen sui primi due gol e sul rigore del 3-0, col concorso dell’intera difesa, potrebbero essere catalogati come effetto del “miedo escenico”, il timore del palco del Meazza, se non fosse che sono sembrati pure scempiaggini, alle quali va aggiunto il pestone in area del tremebondo debuttante Schingtienne a Leao: punito da un altro rigore, ha ridotto a una mera seduta tattica la restante ora di gioco.
Gli accorgimenti tattici di Fonseca
Fonseca l’ha utilizzata per affinare alcune possibili correzioni, come l’utilizzo di Reijnders in posizione più avanzata e di Loftus-Cheek in mediana: il giudizio va sospeso per manifesta inferiorità dell’avversario, mentre la titubanza del terzino destro Emerson Royal è confermata e in attacco, al di là del rodaggio finale del rientrante Morata, Abraham se l’è cavata discretamente nel ruolo di centravanti altruista. In difesa Gabbia, preferito a Tomori, è tornato da alternativa preziosa. Il gol della bandiera di Zampano è stato cancellato e trasformato dal Var in espulsione di Nicolussi Caviglia per doppia ammonizione.
Leao e Theo, la coppia ritrovata
La notazione più scontata riguarda la scena simbolica, il gol confezionato in tandem dopo soli 72 secondi da Leao (assist di tacco) e Theo Hernandez (sinistro sotto le gambe di Joronen). I due illustri esclusi della partita di Roma con la Lazio, protagonisti del famigerato strappo dell’Olimpico, si sono dunque manifestati come indispensabili e nell’esultanza dell’1-0 il capitano stesso, indicando ostentatamente il compagno, non ha mancato di sottolinearlo. Poiché anche Gabbia ha favorito in mischia il 2-0 di Fofana, un altro dato non può sfuggire: il riuscito rientro nella formazione titolare di 4 calciatori della rosa dello scudetto vinto nel 2022 (a Roma c’era solo Maignan) attesta che cestinare quella squadra non era stata una buona idea. Quanto al progetto di cestinare il Meazza, pieno in campionato ma chissà se in Champions (la prevendita col Liverpool per ora va a rilento), chissà quando si capirà se è reale.
Milan 4-2-3-1 Maignan 6 – Emerson Royal 5.5, Gabbia 6.5, Pavlovic 6.5, T.Hernandez 7 – Fofana 6.5 (33’ st Zeroli sv), Loftus-Cheek 6.5 – Pulisic 6.5 (33’ st Chukwueze sv), Reijnders 6.5 (19’ st Okafor 6), Leao 7 (19’ st Morata 6) – Abraham 6.5 (29’ st Musah sv). All. Fonseca 7.
Venezia 3-4-2-1 Joronen 4 – Schingtienne 4, Svoboda 4.5, Idzes 5.5 – Candela 4, Duncan 5 (20’ st Doumbia 6), Nicolussi Caviglia 4.5, Zampano 5.5 (44’ st F.Carboni sv) – Oristanio 5 (20’ st Yeboah 6), Busio 5 (33’ st Andersen sv) – Pohjanpalo 5 (33’ st Raimondo sv). All. Di Francesco 4.
Arbitro: Di Marco 5.5Reti 2’ pt T.Hernandez, 17’ pt Fofana, 25’ pt Pulisic (rigore), 29’ pt Abraham (rigore)
Note: Espulso al 28’ st Nicolussi Caviglia per doppia ammonizione, ammoniti Gabbia, Schingtienne. Spettatori 71.273.