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Minacciò di morte Morata e la famiglia per un rigore sbagliato. Arrestato un diciannovenne

Il ragazzo aveva iniziato a molestare l’ex attaccante di Juventus e Milan dopo il suo errore dal dischetto nella finale di Nations League tra Spagna e Portogallo

La polizia spagnola ha arrestato un diciannovenne di Malaga con l’accusa di aver minacciato di morte sui social media il capitano della nazionale spagnola, Alvaro Morata, e la sua famiglia dopo che l’errore nella finale di Nations League contro il Portogallo l’8 giugno scorso, in Germania.

La denuncia del ragazzo: “Mi hanno hackerato il profilo”

Dall’account personale del ragazzo – che rischia ora un processo e una condanna – erano state postate le minacce sui social, a cui l’ex attaccante di Juventus e Milan e la moglie, Alice Campello, hanno risposto denunciando pubblicamente l’accaduto, sempre sui social. Probabilmente preso dal panico, il diciannovenne, due giorni dopo, ha presentato una denuncia contro ignoti al commissariato provinciale di Malaga, sostenendo che il suo account era stato hackerato.

Decisive le intercettazioni sul cellulare

Gli agenti della Sezione criminalità informatica hanno subito rilevato che proprio da quel profilo erano state postate le minacce al calciatore e ai suoi cari e quindi, pensando al tentativo di costruirsi un alibi, hanno deciso di mettere sotto intercettazione il cellulare del giovane: dopo aver ascoltato telefonate definite “circostanziate e molto compromettenti”, la polizia ha deciso di procedere all’arresto, accompagnandolo con un comunicato: “Questi comportamenti si sono normalizzati in alcuni ambiti, come quello sportivo, favoriti dall’anonimato fornito dai social network e dalla velocità di diffusione”.

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