Il Braglia è la casa di Paolo Bianco, che un decennio fa concludeva la sua carriera in campo con la maglia del Sassuolo (che acciuffava la Serie A in un finale thrilling): "Siamo stati primi tutto l'anno, nelle ultime 4 partite ci serviva una vittoria e abbiamo perso con il Modena e pareggiato contro Lanciano e Padova; se non avessimo battuto il Livorno, cosa avvenuta al minuto 96, saremmo arrivati al terzo posto. Torno al Braglia carico: è l'opportunità che aspettavo, sono un uomo che ha responsabilità diverse, con un altro ruolo; non volevo fare il collaboratore, ma De Zerbi ha qualcosa di diverso dagli altri, abbiamo vinto assieme la Serie B a Catania, poi mi piaceva lavorare con Allegri, di cui sono stato giocatore a Cagliari, perché è agli antipodi".
"Le squadre rispecchiano il carattere degli allenatori, se vedi identità è perché dietro c'è lavoro: questo voglio dal Modena, arrivo al momento giusto, ho allenato anche in Serie C, dove hai minore risonanza e problemi veri; De Zerbi cerca la perfezione, che nel calcio non esiste, mentre Allegri è un genio, nell'ultima stagione ha affrontato una pressione spaventosa, in questo è un fenomeno. Giampaolo mi ha aperto un mondo nel modo di intendere calcio, ha qualcosa che va oltre" prova a delineare calcio a 'La Gazzetta dello Sport' "Il modulo? Se noi abbiamo la palla, decidiamo la strategia, dobbiamo solo capire cosa fa l'avversario; conta solo l'occupazione del campo. Dopo il Covid c'è più coraggio, il calcio è più dinamico, le squadre piccole sono più aggressive: della Serie B mi incuriosisco io, sono quattro anni che non ho queste responsabilità. Sono amico di Fabio Caserta, ma Pirlo da allenatore ha qualcosa di diverso, abbiamo fatto il Master insieme, mi voleva alla Juve, ma avevo già firmato con il Sassuolo. Uno stadio? Mai stato a Bolzano..".