L’eccesso di velocità e lo scoppio di uno pneumatico sarebbero le cause principali dell’incidente in cui hanno perso la vita Diogo Jota e suo fratello André Silva. È quanto emerge dalla perizia preliminare della Guardia Civil spagnola. Lo schianto è avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 luglio nel comune di Cernadilla, nella provincia di Zamora, in un tratto dell’autostrada A-52 al confine con la Galizia. La vettura coinvolta era una Lamborghini Huracán presa a noleggio dai due fratelli per tornare in Inghilterra dove Diogo Jota pochi giorni dopo avrebbe iniziato il ritiro precampionato con il Liverpool. L’auto viaggiava a velocità superiore ai limiti consentiti, in un tratto dove il limite massimo è di 120 km/h. Secondo le prime ricostruzioni, durante un sorpasso lo pneumatico posteriore avrebbe ceduto, causando la perdita di controllo, l’uscita di strada e l’incendio del veicolo.
Le cause dell’incidente
La Guardia Civil, che sta ancora completando l’analisi dei segni lasciati dal battistrada sull’asfalto, ha ammesso che “tutto fa pensare a un eccesso di velocità rispetto al limite autorizzato”. La dinamica sarebbe dunque riconducibile a una somma di fattori tecnici e comportamentali. Alla guida del veicolo c’era proprio Diogo Jota, come confermano le analisi dei rilievi e degli oggetti personali ritrovati all’interno dell’abitacolo. Il calciatore portoghese e suo fratello stavano viaggiando verso la Galizia. L’impatto è stato violento: l’auto è finita fuori strada, si è ribaltata più volte e ha preso fuoco. I soccorsi non hanno potuto fare nulla.
I funerali in Portogallo
I funerali si sono svolti sabato a Gondomar, nel nord del Portogallo, alla presenza di centinaia di persone, tra cui molti calciatori e amici del giocatore. Ha fatto molto rumore l’assenza di Cristiano Ronaldo.